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Caso Alitalia, torna la protesta

Caso Alitalia, torna la protesta

Presidio e corteo Usb e Cub ieri mattina a Fiumicino. Esposti striscioni con "Nazionalizzazione unica soluzione"

FIUMICINO – Controllati dalle forze dell’ordine, circa 200 lavoratori, più che altro precari Alitalia, riunitisi dalle 10 di questa mattina in presidio davanti al terminal 1 partenze dell’aeroporto di Fiumicino con bandiere sindacali della Usb e Cub Trasporti e striscioni recanti la scritta: «La nazionalizzazione è l’unica soluzione», stanno dando vita, da mezzogiorno, ad un corteo che sta sfilando davanti ai terminal del Leonardo da Vinci. A dar loro solidarietà, Silvana De Nicolò, consigliere regionale M5S, e Marco Rizzo, segretario del Partito Comunista. Gli interventi al megafono dei rappresentanti sindacali della Usb e della Cub Trasporti, che hanno indetto per oggi lo sciopero di 24 ore di tutto il personale di terra e di volo ed organizzato il presidio e poi il corteo, vengono a più riprese interrotti da applausi e suoni di trombette. «La privatizzazione di Alitalia è fallita perché – ha spiegato Fabio Frati, della segreteria Cub Trasporti – ha prodotto 12 mila licenziamenti dal 2008; migliaia di precari; pesantissimi tagli salariali e normativi e tre crisi aziendali dovute a scelte sbagliate costate poi ai contribuenti miliardi di euro. Da qui – ha continuato – ne è quindi derivato un enorme dumping occupazionale, salariale e normativo». Frati si è poi detto contrario, come Cub Trasporti, al progetto di trasformazione di Alitalia in una low cost e di pensare, invece, alla «nazionalizzazione come unica soluzione». «La tutela dei posti di lavoro e degli interessi strategici del paese – ha sottolineato il sindacalista – può essere praticata unicamente da investimenti pubblici che ricostruiscano la compagnia di bandiera»

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