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"Nessun vincolo associativo"

"Nessun vincolo associativo"

"Bad Doctor". Prima giornata di interrogatori per cinque degli undici professionisti colpiti da misure cautelari venerdì scorso nell’ambito dell’inchiesta condotta dai carabinieri. Saladini e Di Iorio respingono ogni accusa e si dicono estranei ai fatti contestati. Nel pomeriggio davanti al giudice anche il dottor Francesco Meloni e gli avvocati Abbruzzese e Monti. Solo quest’ultimo si è avvalso della facoltà di non rispondere  VIDEO

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CIVITAVECCHIA – Non si sono tirati indietro ed hanno risposto a tutte le domande del giudice i due medici Gino Saladini e Giuseppe Di Iorio, interrogati questa mattina al carcere di Borgata Aurelia, dove sono da venerdì scorso, arrestati nell’ambito dell’operazione ‘‘Bad doctor’’ condotta dai carabinieri.  Entrambi non si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, ma anzi per oltre due ore e mezza hanno chiarito le proprie posizioni, focalizzandosi su alcuni episodi in particolare, fornendo la propria versione dei fatti. «Abbiamo contestato soprattutto l’esistenza del presunto vincolo associativo – ha spiegato l’avvocato Daniele Barbieri che insieme alla collega Teresa Calbi difende Di Iorio – e confermato l’estraneità ai fatti contestati, specie ai referti giudicati falsi». Per l’e medico del pronto soccorso i legali hanno chiesto la revoca della misura o, in subordine, una modifica di quella attuale. 

Stessa cosa per Gino Saladini, assistito dagli avvocati Stefano Bonifazi ed Ivar Galioto. Il medico legale sarebbe molto provato da questa vicenda, anche dal punto di vista fisico. E si è detto totalmente estraneo ai fatti. Anche lui ha collaborato pienamente, rispondendo a tutte le domande poste dal gip, a volte anche in maniera veemente, convinto proprio della sua innocenza. 
«Ha contestato le accuse che gli sono state mosse – hanno spiegato i legali del medico – soprattutto viene rigettata qualsiasi ipotesi di vincolo associativo in questa vicenda. Abbiamo presentato istanza di revisione della misura cautelare, chiedendo anche di rivedere la posizione stessa di Saladini». 

Secondo la tesi accusatoria sarebbe stata smantellata una vera e propria associazione a delinquere finalizzata alla truffa, a reati di falso di vario genere commessi da privati e pubblici ufficiali e di sostituzione di persona. Nel mirino 21 incidenti stradali considerati falsi dagli inquirenti, realizzati ad arte per truffare le compagnie assicurative.  

Una ipotesi respinta con forza anche dai tre indagati, interrogati nel pomeriggio in tribunale. Per Francesco Meloni, medico per il quale è stato disposto l’obbligo di presentazione «è caduto il vincolo associativo, accusato solo di falso ideologico – ha spiegato il suo avvocato, Lorenzo Mereu – il singolo fatto contestato è stato chiarito e abbiamo chiesto la revoca di una misura per la quale non vi sono i presupposti». Anche l’avvocato Roberto Abbruzzese, finito ai domiciliari per due episodi contestati, uno come legale e l’altro come proprietario di un mezzo incidentato, ha risposto a tutte le domande del gip Giusi Bartolozzi, come confermato dai suoi legali Patrizia Bisozzi e Bruno Forestieri. «Abbiamo chiarito ogni aspetto – hanno sottolineato – il nostro assistito è estraneo ad ogni contestazione». Anche per lui è stata chiesta la revoca della misura. Unico ad avvalersi della facoltà di non rispondere è stato l’altro avvocato, Massimiliano Monti, assistito da un legale di Roma. Tra oggi e venerdì si svolgeranno gli interrogatori per gli altri sei indagati. Si dovrà attendere qualche giorno per la decisione del giudice.   

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