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Teorema primarie Pd: spunta candidato Juri Marini come volevasi dimostrare

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CERVETERI – Mano mano che ci si avvicina alla data delle elezioni, l’attività dei partiti tradizionali, mai stati tanto nel pallone come questa volta, diventa un tourbillon di movimenti, di proposte, di adescamenti a volte tanto innaturali da sembrare scandalosi per coloro che della politica hanno un concetto un po’ conservatore, forse, che non  andrebbero mai a cena col diavolo e l’acqua santa, insieme, “battendosi i pezzi” e tentare di convogliare a nozze esclusivamente di interesse, con contratti prematrimoniali che non riescono ad essere chiari, vista la differenza di “specie” ma fondati sul compromesso orientato al bene della città e del cittadino. Questo ormai è diventato un tormentone nelle bocche di  tutti e che nessuno si astiene dal ripetere o proclamare anche se suscita, se detto da certa gente, un che di ironia, ricordando la loro storia e il loro  passato personale. E’ chiaro che la politica si ricicla anche nel linguaggio, tentando di appropriarsi di termini di tendenza, magari con meno volgarità ma con lo stesso risultato.  Per esempio, dopo una breve e alquanto finta riflessione, non fosse altro che è sulla bocca di tutti nel partito democratico il lungo tramare del padre Sergio per tessere una tela che ripescasse e sdoganasse il figlio Juri, che a suo tempo fu espulso dallo stesso partito per essersi reso protagonista di quell’”errore di gioventù” che ha portato in prima battuta alla caduta della giunta Ciogli, del PD, ed in seconda, grazie alla presentazione di una sua lista autonoma che con i circa seicento voti che ha raccolto, pochini in verità per tanta ambizione, non ha permesso sempre al PD di andare al ballottaggio, ha sciolto la riserva e si candida alle primarie correndo il rischio di essere il solo a partecipare. E nello sciogliere la sua riserva sfodera un certo “Celodurismo” di Bossiana memoria come caratteristica a lui attribuita e dai dirigenti del partito che lo appoggiano apprezzata. Vai a vedere poi, quei dirigenti sono la vittima mai consolata dell’”oltraggio” pascucciano, tanto di aver fatto dell’odio contro quella persona ragione di vita futura, ma anche chi a Juri Marini l’aveva giurata per aver fatto cadere Ciogli e averla così spodestata dal tanto sudato scranno in consiglio.  Certo, stando così le cose, diventa difficile avventurarsi nelle trame del pensiero piddino.  Certo, che il tentativo di Sergio è prendere non uno ma “tre Cervi” per le corna e condurli sul sentiero di “social housing“ passando per territori più che amichevoli familiari, è cosa nota e da tempo. Ma gli altri? Da cosa saranno attratti? Dal meglio ad un compagno che ad altri purché ci elimini Pascucci? E Tidei? può aver speso il suo impegno e tanta generosità soltanto per raggiungere codesto risultato e ridurre quel partito che ha sempre voluto unito e forte, alternativo ad un Pascucci reo di aver mandato a casa amministrazioni del PD, guarda un po’, anche lui? O dobbiamo aspettarci ancora delle sorprese?


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