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Processo Vannini, i legali della famiglia Ciontoli non partecipano a ‘’Quarto Grado’’

Processo Vannini, i legali della famiglia Ciontoli non partecipano a ‘’Quarto Grado’’

LADISPOLI – Gli avvocati Pietro Messina e Andrea Miroli, difensori della famiglia Ciontoli e di Viola Giorgini, spiegano le motivazioni della loro non partecipazione alla trasmissione televisiva ‘’Quarto Grado’’ alla quale erano stati invitati a partecipare oggi.

I legali hanno diramato il contenuto della lettera indirizzata al conduttore “affinché sia diffusa per opportuna conoscenza da parte del più vasto pubblico possibile circa le reali ragioni della nostra mancata partecipazione alla trasmissione stessa, nonostante l’espresso invito rivoltoci”.

“Egr. Dott. Nuzzi, – scrivono gli avvocati nella lettera inviata al conduttore – abbiamo dovuto declinare l’invito rivolto dalla sua collega, Anna Boiardi, perché in totale disaccordo con la impostazione colpevolista “a prescindere” da Lei data, sin dall’inizio, a questa tragica vicenda, impostazione culminata in maniera insopportabile nei toni e nel contenuto della trasmissione andata in onda domenica scorsa; tra l’altro evocando la morte civile per le persone dichiarate televisivamente ed irrevocabilmente colpevoli anche di continuare a vivere, studiare e lavorare, pur col peso insopportabile di sentirsi dei “sopravvissuti””.

“Appare evidente quindi, – scrivono ancora i due legali – come la nostra partecipazione in diretta, al cospetto dei vostri abituali ospiti, che non hanno mai mancato di lesinare valutazioni a dir poco negative contro i nostri assistiti, avrebbe reso vana qualsiasi argomentazione che avremmo potuto fornire sul piano tecnico processuale, avendo compreso che l’obiettivo della sua trasmissione è soltanto quello di “condannare”, sul palco televisivo, la famiglia Ciontoli in maniera pregiudiziale dinnanzi al pubblico dei

telespettatori prima ancora che ciò avvenga in un’aula di giustizia”.

“Tanto dobbiamo – scrivono – anche per rispetto del dramma che, comunque si voglia pensare, stanno vivendo anche gli imputati, già condannati a subire una gogna mediatica

infinita che si aggiunge al dolore ed al rimorso per la sofferenza involontariamente causata. Le chiediamo soltanto di dare pubblica integrale lettura di questo comunicato”.

 

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