Pd alla deriva
CERVETERI – L’ultima azione veramente ridicola, non fosse altro che dà l’immagine non vera di un PD alla canna del gas e della quale si è subito appropriata la satira nostrana in maniera molto simpatica, è una lettera, stilata su carta intestata del partito che parla di “apertura delle selezioni per gli aspiranti candidati nella lista del PD’’.
O bella, esplode Alessandro Gnazi che su FB scrive un post inequivocabile: «In questi anni di militanza nel PD sono sempre stato chiaro e diretto. Ci ho messo la faccia insomma, sempre. Ma è arrivato il momento che tutti si prendano le loro responsabilità per una situazione, quella del PD Cerveteri, oramai fuori controllo».
Dichiara di aver inviato al segretario provinciale e a quello regionale, non solo un resoconto di tutti i flop che si sono finora registrati con azioni prive di senno politico, ultimo il risultato delle primarie, ma soprattutto chiede a loro decisioni chiare per una svolta precisa per invertire per tempo ciò che sarebbe destinata ad essere una caporetto. E questo, questa volta, per il bene del PD, che se sa girarsi dalla giusta posizione al di fuori dei lacci e laccioli di chi millanta consenso che poi lo costringe a fare le selezioni perché magari non riesce a fare una lista.
«Mi costa molto dirlo – dice Gnazi – ma in tutta questa situazione il partito provinciale si è dimostrato troppo timido».
C’è da dire che tra i cittadini ormai serpeggia una certa ilarità quando commentano ed interpretano i grandi numeri, ora acrobatici, ora comici di quello che, mai come in questa occasione, si può definire il grande “circo” della politica. E’ mortificante dirlo, anche per chi di politica ne ha masticata tanto e ne ha vissuto e commentato più di una stagione, che questa volta ci si trova davanti a dei guitti che recitano a soggetto, nella maggioranza dei casi poco dotati, che hanno trasportato le loro perfomance in un teatro nel quale, in mancanza di autore e di scenografo, la quinta cambia in continuazione non definendo mai un focus che possa aiutare lo spettatore ad individuare, almeno da quella, una trama, visto che la trama non c’è. Cadute, o bandite o oscurate per forza le ideologie, infatti, c’è un’affannosa ricerca di uno sviluppo di concetti trasversali che si fondano su uno slogan che ormai è diventato un mantra: ”Per li bene della gente e della città’’. Ma le contraddizioni emergono, quando le diversità si incontrano, quando i protagonisti di questo “nuovismo” di facciata, ti accorgi che sono sempre gli stessi, che persa forza ed appeal in generale, tentano di unire le forze per difendere le proprie posizioni, ora usando arrivisti dell’ultima ora, che avrebbero fatto bene perlomeno a fare un corso accelerato di italiano e qualche corso di logica, perlomeno per saperlo bene articolare, e riciclando spregiudicatamente parenti dall’imene ancora intatto, e scoprire in corso d’opera che anche quello è stato già compromesso. Ed ecco che allora ci si copre di ridicolo.
Segretario regionale Melilli, segretario provinciale Maugliani, se ci siete è ora di battere il fatidico colpo. (To. Mo.)