Cadavere di una donna in valigia: oggi l'autopsia
CIVITAVECCHIA – Che sia il corpo di Xing Lei Li, la 36enne di origini cinesi scomparsa a febbraio durante una crociera a bordo di Msc, quello ritrovato sabato scorso chiuso dentro un trolley riaffiorato nelle acque dei canali del porto di Rimini?
Questa la domanda a cui, con molta probabilità, potrà dare una risposta già oggi il risultato dell’esame autoptico in programma a Bologna. C’è grande cautela tra gli investigatori del posto, in stretto contatto con i colleghi della Polizia di frontiera di Civitavecchia e con la Procura di Roma che sta coordinando le indagini relative alla scomparsa della donna cinese per la quale è finito in carcere, con l’accusa di omicidio, il marito Daniel Belling. L’uomo, di origini tedesche ma residente in Irlanda da anni, ha sempre respinto l’accusa, dicendo che la moglie si era allontanata volontariamente dalle nave.
Al momento tutte le ipotesi restano aperte: il Dna della vittima verrà messo a confronto con quello di tutte le persone scomparse in Italia.
Il corpo riaffiorato a Rimini era ripiegato all’interno di un trolley blu, chiuso dentro un sacco della spazzatura. Un rinvenimento macabro per i due amici che si erano recati in porto per effettuare alcuni lavori di manutenzione sulla propria imbarcazione.
Secondo quanto emerso si tratterebbe del corpo di una donna sui 40 anni estremamente magra, dai tratti somatici orientali, rannicchiata nella valigia senza vestiti addosso. Sul corpo – come riporta la stampa locale – non vi sarebbero segni di ferite. La morte potrebbe essere avvenuta ovunque perché la valigia potrebbe essere stata trascinata dalla corrente da tanto tempo. Ma ci sono da chiarire diversi elementi. Il cadavere è stato ritrovato all’interno di una valigia blu mentre quella scomparsa insieme a Xing Lei Li era arancione; l’altezza non coinciderebbe con quella della 36enne cinese e forse neanche la prima datazione della morte, a cui si è arrivati però attraverso un solo esame esterno.