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Alitalia, la scomunica del vescovo

Alitalia, la scomunica del vescovo

All’indomani del Consiglio straordinario, scende in campo il pastore della Diocesi Mons. Reali: "Non è possibile che a pagare siano ancora una volta i lavoratori". "Una scelta eticamente impossibile, priva di ogni credibile progettualità"

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FIUMICINO – «Non è possibile che la crisi di Alitalia, con le sue croniche difficoltà gestionali e opacità politiche, venga fatta pagare ancora una volta ai lavoratori» – è quanto afferma monsignor Gino Reali, vescovo di Fiumicino (Diocesi di Porto-Santa Rufina), in merito alla proposta dell’ex compagnia di bandiera di risolvere la crisi aziendale attraverso interventi che prevedono il taglio di oltre 2000 dipendenti. «È un’illusione pensare di salvare un’azienda cancellando i suoi lavoratori. È una scelta eticamente impossibile e priva di ogni credibile progettualità». «Se si arriva allo scenario ipotizzato – continua il vescovo –, l’impatto sul tessuto sociale ed economico di Fiumicino, ma anche di parte significativa della regione Lazio, diventa drammatico. Giovani, ma non solo, che già faticano ad andare avanti non possono essere abbandonati al precariato né privati del futuro. La Chiesa è vicina ai lavoratori ai quali voglio dire con tutta la diocesi di Porto-Santa Rufina una parola di solidarietà e di vicinanza. Non abbiate paura e non perdete la speranza. Non sentitevi soli, molti sono al vostro fianco, e anche la Chiesa continua a sostenervi».
«Non si può  accettare che Alitalia e tutto il sistema aeroportuale del Leonardo Da Vinci, luoghi fondamentali per la stessa credibilità del Paese, scarichino i loro problemi su gente che chiede solo di continuare a lavorare, senza dimenticare che ogni licenziamento ricade su un’intera famiglia».
«Il consiglio comunale di Fiumicino – ricorda monsignor Reali –  si è riunito in seduta straordinaria proprio all’aeroporto e lì ha votato all’unanimità una proposta che mi pare ragionevole e condivisibile come base di confronto e dialogo di chi davvero vuole rilanciare l’azienda coinvolgendo l’intero settore trasporto».
«Mi hanno colpito le parole di un giovane, disoccupato da un anno, che, nonostante tutto, si è detto orgoglioso di aver indossato la divisa dell’Alitalia. Bisogna ripartire da qui, da questo senso di appartenenza a una comunità che può crescere solo insieme, dove tutti sono responsabili tanto dei successi quanto degli errori. Questo è l’approccio giusto, perché mantiene alto l’impegno e la fiducia tanto degli operai quanto dei dirigenti, tutti convinti che nessuno deve essere lasciato indietro».
«Come vescovo spero, e per questo prego – conclude monsignor Reali –, che coloro che guidano le aziende che hanno costruito l’identità nazionale e raggiunto una riconosciuta professionalità, sappiano custodire questo importante patrimonio proprio a partire dalla dignità dei lavoratori e delle loro famiglie».

RUSSO D’AURIA (GIL): “PROSEGUIRE L’AZIONE COMUNE” – «La vicenda Alitalia ha visto il Comune fare fronte unico in maniera propositiva. E’ una novità epocale, e va dato atto a tutti di aver finalmente superato gli steccati ideologici e di partito per provare ad attivarso per il bene comune». Lo afferma Mario Russo D’Auria, leader di Gil (Gruppo indipendente libero per Fiumicino9. «Vedere i 5 stelle, il Pd e l’opposizione di centrodestra insieme è stato un momento importante. Che come cittadini vogliemo rivedere quando si tratta di decisioni importanti per la collettività. E’ l’unica strada per ottenere qualcosa».


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