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È l’ora dell’‘‘Idro-resistenza’’

È l’ora dell’‘‘Idro-resistenza’’

Fiumicino. Domani convocata un’assemblea pubblica per fare il punto sul passato e programmare il futuro. I ragazzi del Collettivo No-Porto si organizzano per difendere il territorio. La storia di una speculazione che ha portato a questa devastante ‘‘incompiuta’’

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di FEDERICA CENCI

FIUMICINO – Un cantiere fantasma, speculazione e tanto cemento: è questo quello che resta oggi del Porto della Concordia. Sette anni fa, davanti al progetto, la città si divise tra chi pensava ad un’occasione di sviluppo e chi temeva l’ennesima speculazione. Ad oggi non abbiamo né l’una, né l’altra. Solo spiagge inaccessibili, luoghi recintati e una situazione che – a causa di vicende giudiziarie e problemi idrogeologici – si sta rivelando perfino peggiore dei timori inziali di coloro che l’hanno contestata fin da subito.
A fare il punto della situazione il Collettivo No Porto, oggi, in una assemblea pubblica aperta a tutti: “Ancora un volta – spiegano i ragazzi – ci ritroviamo al Bilancione per incontrarci e cercare di capire insieme cosa sta accadendo al nostro mare, per raccontare la storia di questa speculazione e delle discutibili scelte amministrative che hanno portato a questa devastante e incompiuta grande opera”.
Un’Idro-Resistenza che non si ferma, quella del Collettivo, che negli ultimi quattro anni non ha mai smesso di promuovere iniziative contro la riapertura del cantiere e la cementificazione dell’area, di dare battaglia perché la concessione demaniale fosse revocata e il litorale fosse restituito ai residenti: “Questa giornata insieme deve servire per non dimenticare le esperienze di lotta vissute insieme, ma anche per immaginare collettivamente un’alternativa possibile”.
Libero spazio quindi anche alla proposta: “Nel corso del pomeriggio – che si aprirà con un pranzo a sottoscrizione in pieno stile Bilancione – verranno presentate infatti tutte le iniziative per l’estate ormai alle porte, e che avranno come focus  la costruzione di un percorso progettuale dal basso che miri alla revisione di questo assurdo progetto e punti ad uno sviluppo sostenibile dell’area, realizzato attraverso la condivisone di idee e progetti con chi il territorio lo vive ogni giorno”.


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