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Ecoreati, nel 2016 sanzionati più di 1,5 al giorno

Ecoreati, nel 2016 sanzionati più di 1,5 al giorno

Legambiente fa il punto a due anni e mezzo dall’approvazione del provvedimento

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Nel 2016 la legge sugli ecoreati ha consentito di sequestrare 133 beni per un valore di circa 15 milioni di euro e di sanzionare 574 ecoreati, più di uno e mezzo al giorno, di cui 173 hanno riguardato specificamente i nuovi delitti (30% del totale). A due anni dall’approvazione della legge sugli ecoreati, Legambiente fa il punto sulla sua applicazione in un dossier ‘Ecoreati nel Codice penale: numeri e storie di una legge che funziona’. I nuovi delitti sono stati utilizzati in tutta Italia per sequestrare depuratori malfunzionanti, per fermare l’inquinamento causato da attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, per intervenire su situazioni di inquinamento pregresso o per fermare attività illegali di vario genere, dalla pesca illegale agli scarichi industriali non trattati fino all’estrazione abusiva di inerti dalle cave o dai fiumi. Secondo i numeri elaborati da Legambiente sull’azione repressiva svolta dalle forze di polizia e dalle Capitanerie di porto, nel 2016 la legge 68/2015 ha consentito di sequestrare 133 beni per un valore di circa 15 milioni di euro e di sanzionare 574 ecoreati – più di uno e mezzo al giorno – di cui 173 hanno riguardato specificamente i nuovi delitti (30% del totale). Entrando nello specifico dei dati sull’azione repressiva svolta nel 2016 dalle forze di polizia, sul fronte dei delitti contestati, sono 143 i casi di inquinamento ambientale, 13 quelli di disastro ambientale, 6 quelli di impedimento di controllo, 5 i delitti colposi contro l’ambiente, 3 quelli di omessa bonifica e 3 i casi di aggravanti per morte o lesioni come conseguenza del delitto di inquinamento ambientale. La Campania è la prima regione per il numero (70) di ecoreati contestati. La Sardegna è la regione con il maggior numero di denunciati (126), mentre l’Abruzzo per il numero più alto di aziende coinvolte (16). Il maggior numero di arresti è stato compiuto in Puglia (14), il numero più alto di sequestri in Calabria (43). «L’introduzione dei delitti ambientali nel codice penale è stata una grande conquista per l’Italia, oggi leader nella lotta agli ecoreati, ed è il primo anello di una catena più lunga, che va costruita con l’obiettivo di innalzare i controlli ambientali per tutelare l’ambiente, la salute e le imprese sane», dichiara il direttore generale di Legambiente Stefano Ciafani. «È fondamentale che siano approvate presto norme che mancano ancora all’appello per completare questa catena della legalità ambientale – continua Ciafani – A cominciare dall’approvazione definitiva della riforma del Codice penale approvata al Senato e ora al vaglio della Camera che prevede un meccanismo di allungamento dei tempi di prescrizione dei reati ambientali contravvenzionali per arrivare con maggiore certezza a sentenza definitiva, e da una legge che semplifichi l’iter di abbattimento delle costruzioni abusive, fermando ogni tentativo di norme blocca ruspe come è stato fatto con il ddl Falanga, oggi in aula a Palazzo Madama, grazie all’intervento della Commissione giustizia della Camera». Secondo Legambiente, tra i provvedimenti da approvare c’è anche il disegno di legge sui delitti contro fauna e flora protette e occorre completare l’iter di definizione dei decreti attuativi per rendere operativa la legge 132 del 2016 che ha riformato il sistema nazionale delle Agenzie per la protezione dell’ambiente.


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