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Ospedale Tarquinia, è scontro politico

Ospedale Tarquinia, è scontro politico

Il consigliere regionale di FdI Fabrizio Santori annuncia un esposto: «Il nostro tour ostacolato dal ds Cenci». Replica il segretario provinciale del Pd Andrea Egidi (Pd): «Da Moscherini & Co in atto una campagna al massacro»

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TARQUINIA – Si alza il livello dello scontro politico sul tema dell’ospedale.

A scatenarlo la nota del consigliere regionale di Fratelli d’Italia Fabrizio Santori che annuncia un esposto contro il suo tour presso il nosocomio di Tarquinia, ostacolato, a suo dire, dal direttore sanitario Fabiola Cenci. Con Santori, anche il candidato alla carica di consigliere Massimo Mottola in corsa per Gianni Moscherini sindaco.

Il fatto genera polemiche tra i sostenitori di Moscherini che stigmatizzano l’accaduto, dopo avere, nei giorni scorsi, già sollevato eccezioni sulla incandidabilità di Fabiola Cenci in lista con il Pd per la carica di consigliere a sostegno di Anselmo Rannucci sindaco. Va su tutte le furie il segretario provinciale del Pd Andrea Egidi e il dibattito è servito.

Santori attacca senza mezzi termini: «E’ gravissimo quanto si è verificato presso l’ospedale di Tarquinia in provincia di Viterbo dove mi sono recato insieme Massimo Mottola di Fratelli d’Italia Tarquinia per un sopralluogo ai locali del nosocomio, su sollecitazione di pazienti e loro famigliari che lamentavano condizioni inadeguate a cure e degenza a causa di lavori di tinteggiatura e rifacimento degli spazi al di fuori di ogni norma di sicurezza e di tutela della salute pubblica».

«Il direttore sanitario Fabiola Cenci, candidata nelle liste del Partito democratico proprio di Tarquinia, – spiega Santori – stava tenendo una riunione con altri medici di base e, saputo della mia presenza, non ha esitato un secondo a mettersi di traverso rispetto al mio sopralluogo, dando in escandescenze, e di fatto limitando i poteri ispettivi e di controllo che rientrano tra le prerogative dei consiglieri regionali». «Al direttore sanitario – dice Santori – abbiamo chiesto anche notizie circa la chiusura del reparto Ostetricia, e la vasca per i parti abbandonata e pagata dal Comune ben 17mila euro. Una vicenda che ha davvero del surreale sia per costi sia per gestione». «Un atteggiamento intollerabile – continua il consigliere Santori – che non mi ha impedito di proseguire il mio tour all’interno dell’ospedale, riscontrando al Pronto soccorso, tra una barella e l’altra in cui i pazienti attendevano le cure, la presenza di operai al lavoro e cavi elettrici penzolanti». «Arroganza e incompetenza: questo è quello che si trova negli ospedali del Lazio – prosegue l’esponente regionale – dove esiste più di un dubbio sull’incompatibilità dei vertici ospedalieri e delle Aziende sanitarie, come avevamo già avanzato per la nomina del Dg Donetti. Dopo l’inconferibile Luigi Macchitella battezzato a forza Commissario straordinario, nel 2015 la nomina della Donetti. In perfetta continuità con il precedente, che la promosse nel 2008 quando era direttore del San Camillo, si porta al seguito, purtroppo, anche enormi dubbi sulla legittimità della sua nomina, in particolare sul requisito dei 5 anni di direzione di struttura complessa. Su tutto questo attendiamo ancora dopo 2 anni i chiarimenti del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti che continua senza vergogna a utilizzare gli ospedali per fare le campagne elettorali. Ovviamente, i fatti avvenuti nell’ospedale di Tarquinia saranno oggetto di un esposto che depositerò a breve insieme a Massimo Mottola – conclude il consigliere – mentre non si fermeranno i tour di questa sanità ‘malata’ non certo per la professionalità del personale sanitario e medico, ma a causa delle persone scelte dal presidente Zingaretti e dalla sinistra ormai orientata solo ai posti di potere e non ai servizi al cittadino».

A stretto giro di posta Egidi che punta il dito contro Moscherini: «Lasciamo perdere le “bufale” delle navi da crociera sul fiume Marta, dell’oceanario, dell’aeroporto e di tutti gli altri progetti faraonici che, per realizzarli, servirebbero i soldi di una manovra di Governo – tuona il democrat – Ma tutto ha un limite. La campagna elettorale impostata dal dottor Gianni Moscherini ha raggiunto il punto più basso. Ci chiediamo quante altre ce ne dobbiamo aspettare». «Sull’ospedale e sul personale che vi lavora è in atto una vera e propria campagna al massacro – commenta Andrea Egidi – La struttura rappresenta un’eccellenza per la città. In dieci anni l’Amministrazione Mazzola ha investito oltre 1milione e 200mila euro per riqualificare gli ambienti, acquistare nuovi macchinari e aumentare la qualità dei servizi erogati. Ma soprattutto dieci anni in cui noi abbiamo difeso Tarquinia, con tenacia e determinazione, non guardando in faccia nessuno ma avendo a mente soltanto la difesa e la valorizzazione del presidio ospedaliero».

«C’eravamo noi in quegli anni, non gli altri, è bene ricordarlo – rimarca Egidi – Gli anni stessi in cui la senatrice Polverini da governatrice, che ricordo era ed è legata allo stesso schieramento del dottor Moscherini, distruggeva la sanità nel Lazio e lo stesso Moscherini era impegnato su altri fronti, non di certo a difesa e tutela della salute dei cittadini dell’attuale ‘‘sua’’ Tarquinia. Il personale medico e infermieristico svolge un lavoro eccezionale e non può venire denigrato in questo modo. Ci sono alcune problematiche che vanno affrontate e lo si sta facendo. Questa è la realtà dei fatti».

«Sarebbe meglio non commentare dichiarazioni e azioni becere e volgari. Si vuole trasformare in rissa la campagna elettorale. Noi non cadremo in questo tranello.- tuona Egidi – Era però necessario dare una risposta, che è ferma e decisa. I cittadini tarquiniesi sapranno diffidare di chi voleva sul territorio Roma Vetus, progetto presentato in tutta l’Italia Centrale e sempre bloccato da tutte le Amministrazioni Comunali. Di chi sbaglia lo sfondo dei manifesti scambiando Tuscania per Tarquinia. Di chi pubblica corone di morti sulla pagina facebook, per poi fare in fretta e furia marcia indietro perché sommerso dalle critiche. Appartengo ad una scuola che mi ha sempre insegnato a diffidare da chi vuole superare i «confini naturali».

«Il Mignone – conclude Andrea Egidi – è uno di quelli, un «confine naturale» che i cittadini di Tarquinia difenderanno pure stavolta, consapevoli del fatto che non sentono il bisogno di essere governati da chi probabilmente non conosce neanche i motivi dell’origine del nome stesso di Tarquinia ne perché in molti la chiamano ancora oggi ‘‘Corneto’’. I cittadini di Tarquinia sapranno diffidare da chi viene «dall’altra parte del Mignone». (a.r.)


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