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‘‘A secco’’ Passo della Sentinella

‘‘A secco’’ Passo della Sentinella

Fiumicino. Il disagio si aggiunge a quello di Aranova e Testa di Lepre. Un intero quartiere lasciato senza acqua

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di FEDERICA CENCI

FIUMICINO – E’ possibile rimanere senz’acqua per l’ennesimo week end di fila? Sembrerebbe proprio di sì, soprattutto per chi abita a Passo della Sentinella. Sono ormai diversi fine settimana, infatti, che l’acqua potabile è la grande assente nelle zone di Fiumara Grande.
E se è vero che la crisi idrica è una problema che si sta diffondendo a macchia d’olio lungo tutto il litorale, qui l’emergenza è ormai diventata cronica. Bere, farsi una doccia, lavare i piatti: tutto è complicato, al limite dell’impossibile. 
La pressione è troppo bassa, l’acqua scende a gocce. Le temperature estive di questi ultimi giorni, al di sopra delle medie stagionali, non fanno che aggravare una situazione già critica.
Inutili i reclami all’ente di competenza, vane le proteste contro le istituzioni.
Lo scenario non cambia, mentre si inaspriscono gli animi, che trovano sui social media una facile via di sfogo: ‘non ci danno retta, tanto siamo fiumaroli‘ obietta qualcuno, denunciano lo stato di indifferenza – anche questo cronico –  in cui versano alcune località del comune.
Gli fanno eco i concittadini di Testa di Lepre: anche qui i disagi non mancano e il problema dell’acqua potabile, da queste parti, è cosa nota. Non va meglio neppure ad Aranova, dove le associazioni del territorio sono arrivate a minacciare lo sciopero delle bollette se non verrà posto riparo alla situazione.
C’è chi si consola confrontando la propria situazione con quella – in alcuni casi peggiore – di comuni limitrofi, chi prova a spezzare la tensione con un commento ironico e si appella agli antichi romani e ai loro acquedotti.
Si può protestare, rassegnarsi, cercare soluzioni alternative, minacciare di scendere in piazza con ciabatte e accappatoio per andare a fare la doccia al Comune. I fatti non cambiano: l’acqua potabile è un bene essenziale e irrinunciabile, un diritto sacrosanto che non può essere negato da un assurdo rimpallo di competenze.
E se un’amministrazione non può intervenire direttamente aprendo i rubinetti, deve comunque farsi carico delle esigenze dei cittadini e rappresentarle, in maniera forte, a chi, di quel rubinetto, ha le chiavi.


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