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Diritti negati per una casa

Diritti negati per una casa

La storia di Fabio Sangiovanni. Malato grave, disoccupato, con una figlia minore. Ma la burocrazia...

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FIUMICINO – È uno di quei paradossi tutti italiani. Malato grave, disoccupato, con una figlia minore chiede un alloggio popolare per la sua famiglia. Lo fa a nome della moglie, in qualità di nucleo familiare. Poi lei se ne va, lasciando marito e figli, e invece di accelerare la pratica per l’assegnazione, gliela bloccano.
 “E’ cambiato il nucleo familiare, deve rifare tutto daccapo”. “ma la situazione è peggiorata – obietta – e io e mia figlia non sappiamo dove andare”… “La burocrazia è irremovibile: status cambiato, domanda da rifare, si rimetta in coda.
Protagonista è Fabio Sangiovanni, di Fiumicino, che la scorsa mattina ha inscenato una protesta davanti al Comune. Non ce l’ha con l’amministrazione comunale (“L’assessore Calicchio mi è stato vicino”, dice), ma vuole un supporto. Un alloggio d’emergenza, e poi una casetta popolare, senza pretese, qualunque metratura, “solo per sopravvivere fino a quando la malattia me lo permetterà (ha una grave distrofia al cuore) e per rassicurare mia figlia piccola”.
Fabio ha anche un altro figlio, di 18 anni, neo papà insieme a una coetanea. Non è certo da lui che può ottenere un aiuto. Il Comune qualcosa sta facendo, ma è troppo poco. E l’obiettivo è quello “di smuovere l’Ater dalle sue assurde regole burocratiche che asfaltano la vita delle persone”, dice.
Accanto a lui anche il consigliere William De Vecchis: “Mi chiedo che fine ha fatto il segretariato sociale, se questo servizio alla persona funziona ancora o meno. Sempre più utenti sono abbandonati a se stessi. Chiedo per Fabio una commissione dei servizi sociali che affronti i suoi problemi, ritengo che come hanno diritto i clandestini o gli immigrati irregolari di un alloggio e un lavoro socialmente utile anche Fabio debba usufruire della stessa attenzione”.
Anche l’Unione Inquilini è al suo fianco: “Seguiamo ormai da qualche anno la situazione della famiglia di Fabio – afferma Emanuela Isopo – li abbiamo conosciuti quando per emergenza abitativa il comune di Fiumicino, tramite un associazione, li aveva parcheggiati in una casa per circa un anno. Poi l’associazione con un rinvio a giudizio per peculato ha chiuso tutti i progetti aperti con la pubblica amministrazione, creando di fatto l’ennesima emergenza abitativa per questa famiglia.
Pur essendo in graduatoria per un alloggio popolare non si e’ arrivati ad un assegnazione e ad oggi abbiamo ormai un papà stanco e pronto a sacrificare la sua privacy familiare per vedersi riconosciuti i suoi diritti. Diritto di abitare, diritto di progettare, perché senza una casa non esiste famiglia se non disgregata e destabilizzata.
Come Unione Inquilini Fiumicino sosteniamo questa lotta e speriamo in una celere risoluzione da parte dell’amministrazione, sperando che non venga proposto ancora una volta una situazione temporanea ma finalmente definitiva procedendo ad un assegnazione di alloggio per emergenza abitativa grazie ad un intervento dell’assessore del Dipartimento Sociale Paolo Calicchio, che sappiamo sensibile a questo tipo di situazioni”.


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