Pd-Mori: tensione ancora alta
TARQUINIA – Non si stemperano le tensioni tra il Partito democratico e i Moderati Riformisti, forze una volta alleate e ormai da tempo ai ferri corti.
Nonostante la campagna elettorale sia ormai chiusa da una settimana, i malumori sono ancora alti tra i rappresentanti delle due forze politiche uscite entrambe sconfitte dalla competizione elettorale. Gli ultimi strascichi di uno scontro destinato a durare ancora a lungo, muovono proprio dalle ultimissime ore di campagna elettorale, quando un comunicato stampa a firma dei Moderati riformisti auspicava il ‘’Rinascimento’’ di Tarquinia. Di lì a poche ore, le foto diffuse su Facebook che ritraevano Renato Bacciardi con Gianni Moscherini durante la festa di chiusura della campagna di quest’ultimo hanno tolto ogni dubbio su quelle parole. Tanto è bastato al segretario provinciale del Pd, Andrea Egidi , per fare ‘‘uno più uno due’’ e vergare una risposta stizzita. A tal punto da spingerlo a diffondere un comunicato stampa fuori tempo massimo, nel giorno del silenzio elettorale (sabato scorso), per attaccare senza mezzi termini i MoRi. Con lui, nell’arena, anche la firma della segretaria del circolo locale Maria Laura Santi. «È evidente il sostegno di Renato Bacciardi al candidato sindaco Gianni Moscherini – dicevano i due segretari – Se non fosse una cosa seria ci sarebbe da ridere. Prendiamo atto, quindi, del continuo e costante riposizionamento politico grazie al quale Bacciardi, anche questa volta, vorrebbe a tutti i costi trovare una collocazione strategica per quella poltrona che proprio non vuole abbandonare. In altre parole, si conferma ciò che è, un uomo a cui interessa solo ed esclusivamente il potere. Verrebbe da citare un vecchio adagio siciliano, «meglio comandare che…..»E’ sempre più evidente la deriva personalistica di un Bacciardi dal quale in queste ore stanno prendendo più o meno ufficialmente le distanze molti dei candidati della sua coalizione per i quali è evidente un fastidioso imbarazzo per le posizioni attribuite alla coalizione”. Ma è poi nelle parole successive, che si scatena in questi giorni la reazione di Giancarlo Capitani, affidata al social network.
«Ci domandiamo – scrivevano Egidi e Santi – che possano pensare e dire i Mo.Ri. o chi negli anni scorsi, da dentro e fuori il PD, ha sostenuto la sua scalata per la poltrona di primo cittadino. Alcuni autorevoli (ex) dirigenti del PD, anche locali, hanno fatto del tutto per la sua ascesa. Oggi? Cosa pensano i loro compagni di viaggio che gli hanno consentito di sfasciare l’Università Agraria un anno fa, uscire dalla giunta Mazzola per soddisfare la sua smania di potere e correre da solo per fare il sindaco? Sarebbe interessante leggere qualche riga utile non tanto a dire che «c’eravamo sbagliati» quanto a prendere le distanze da una scelta che colloca il loro leader accanto ad una operazione, di destra, dai contorni preoccupanti per il futuro di Tarquinia. Una operazione che, tanto per essere chiari, ha poco di moderato ed ancor meno di riformista».
Sul punto le parole di Capitani: «Secondo la vulgata corrente sembrerebbe che il sottoscritto (si parla di un «ex dirigente locale del Pd»), approdato ai Mori, abbia prima distrutto il suo ex partito di appartenenza, tradito poi l’amico con cui si era alleato e favorito così la vittoria di chi poi ha vinto. Francamente non mi sento di prendermi così tanti meriti tutti insieme e soprattutto da solo».