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Rodolfo Lena: "Il Pit non si chiude ma si potenzia"

SANITA’. La risposta del presidente della Commissione del Consiglio regionale Salute e servizi sociali alle esternazioni di Juri Marini. «A giorni, alle due ambulanze di turno di giorno se ne aggiungerà una seconda anche di notte col medico a bordo; rimarrà invariato il numero del personale sanitario H24»

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di TONI MORETTI

CERVETERI –  Degli interventi che nel corso della prima seduta del nuovo consiglio comunale, tenutasi giovedì scorso, quello che ha suscitato allarme e preoccupazione presso la popolazione è stato fatto dal consigliere Juri Marini, colui in quota la PD di Unidem, è doveroso fare questa precisazione in quanto la presenza corposa di grosse personalità del Partito Democratico a livello regionale registrata prima e all’indomani della netta affermazione del sindaco Alessio Pascucci, ha decretato di fatto l’esistenza di un altro PD, quello di Futuro Democratico associazione voluta da Alessandro Gnazi che con un gruppo di amici tra i quali spiccano a livello politico Carmelo Travaglia, in corsa per la carica di presidente del Consiglio e Riccardo Ferri, nominato assessore per la tutela e il rilancio dell’agricoltura. Non poteva essere diversamente d’altronde per il grande Partito Democratico che con Unidem  prende un sonoro ceffone popolare riuscendo a posizionare un consigliere, Juri Marini appunto, per il rotto della cuffia e che con Futuro Democratico ne posiziona ben tre: Gnazi, Travaglia e Ferri. Ma questo è un problema loro. Circa la dichiarazione che Marini ha fatto nel suo intervento di esordio e cioè che il Punto di Primo Intervento sanitario di Ladispoli sta chiudendo o verrà chiuso comunque a breve, occorre fare una riflessione sul perché questo valente ragazzo ha una “ossessione” così radicata che lo porta ogni tanto a lanciare dichiarazioni che comportano ingiustificati allarmismi nella popolazione in un settore poi delicato e complicato come la tutela della salute.  Il tutto nasce con la trasformazione del PPI di Ladispoli in Casa della Salute. In quella occasione, pochi furono a capire, e Juri fù uno di quelli, che la trasformazione non avrebbe assolutamente ridotto le prestazioni offerte fino a quel momento ma le avrebbe arricchite e rese più complete   Naturalmente, le Case della Salute rientravano in un programma di ristrutturazione aziendale che poteva prevedere spostamenti di personale specializzato e non nell’ambito della stessa ASL ma al cittadino questo può interessare?  Si pensa di no. Al cittadino interessa che non gli venga tolto niente di quello che ha. Poco interessa se per il suo benessere che viene moltiplicato per una intera comunità, può succedere che qualcuna debba rinunciare a preparare il caffelatte al figlio “bamboccione” perché costretta a levarsi un po’ prima per raggiungere un posto di lavoro un po’ più lontano? Che sia questa l’ossessione di Juri Marini?  Che la sua sensibilità si faccia carico di quella gente che magari potrebbe essere colpita da questi cosiddetti disagi? Certo, anche questo è prendersi cura dei cittadini, ma non di tutti. Ai fruitori del servizio non importa se l’infermiera, o il medico, o l’autista dell’ambulanza si chiami Maria, Luigi o Nicola, importa solo che un Nicola ci sia. Le altre sono i problematiche che interessano altre sfere ed altre competenze poiché comuni a chiunque abbia la fortuna, e Juri sa che in questo periodo è una fortuna , di lavorare.  Se invece Juri Marini, ha capito male o male interpretato ciò che è sancito nel decreto del Commissario ad Acta del 20 giugno 2017 dove alla pagina 22 è contenuto quanto previsto per il PPI di Ladispoli, si spera possa tranquillizzarlo la dichiarazione resa dall’Onorevole Rodolfo Lena, presidente della Commissione del Consiglio regionale Salute e servizi sociali: «Non si capisce come periodicamente Marini porti alla ribalta il problema del PIT di Ladispoli. Il suo suona come un procurato allarme. Il Pit non verrà né toccato né ridimensionato.  Non si è mai detto. Rimarrà lo stesso numero di medici e la stessa quantità di personale H24.  Anzi, attualmente ci sono due ambulanze e un’auto medica dalle otto alle venti e la sera c’è una sola ambulanza dalle venti alle otto del giorno dopo. Stiamo lavorando ed accadrà nei prossimi giorni come tra l’altro ho già annunciato, affinché  il turno notturno abbia una seconda ambulanza con il medico a bordo». Se questo è il segnale di chiusura.


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