Angelo Rizzo non delude
di FRANCESCO BALDINI
Angelo Rizzo vince per ko tecnico contro Elidon Gaba il suo match di debutto nella boxe professionistica.
Grande successo per Boxe in Arena, di scena ieri sera al parco dell’Uliveto, un pieno di pubblico che ha trasformato la rotonda del parco in una vera e propria arena con al centro il ring che ha visto il pugile civitavecchiese fare il primo passo deciso nel mondo de professionismo. Una serata presentata da Alessio Alessi e da Alex Dessì che hanno dato il via allo spettacolo con le esibizioni dei bambini. Damiano Rizzo vs Mattia Manca, Damiano Rizzo vs Lorenzo Ranalli, Mattia Manca vs Lorenzo Ranalli e Damiano Dell’Anno vs Patrizio Striano. È stata poi la volta dei match-esibizione amatori e dilettanti. Per i 70 kg Roberto Petretti vs Alessio Panetta, per i 65 kg Davide Emili vs Fernando Marchetti, per i 75 kg Giorgio Ansaldo vs Germano Gatti, per gli 80 kg Antonio Rindone vs Davide Turchi e Andrea Angelini vs Davide Deodati. Le esibizioni sono state intervallate da due brani eseguiti dal vivo dalla cantante romana Kris. Prima di passare all’evento principale della serata sono stati chiamati sul palco alcuni ospiti per la consegna di alcune targhe di ringraziamento.
Prima il vicesindaco e assessore allo Sport Daniela Lucernoni in rappresentanza del comune di Civitavecchia, poi il vicepresidente della Compagnia Portuale Civitavecchia Patrizio Scilipoti e infine Gesumino Aglioti in rappresentanza della storia palestra di via Borghese intitolata a Carlo Saraudi. Presente anche il campione civitavecchiese Emiliano Marsili, un nome molto conosciuto nel mondo della boxe.
L’arena si è fatta silenziosa quando è stato annunciato il main event della serata. All’angolo rosso, con il maestro Angelo Gasparri, Riccardo Gasparri, Emiliano Corrente e Matteo Porsi, al peso di 104 kg Angelo Rizzo, il grizzly. All’angolo blu, al peso di 125 kg, Elidon Gaba. Il pugile civitavecchiese ha fatto il suo ingresso nella rotonda dell’uliveto con le mani sulle spalle dell’allenatore e la testa bassa: concentrato e deciso a strappare una vittoria a quel suo match di debutto nel mondo del professionismo. Dopo l’inno d’Italia il signor Vincenzo Stipa, arbitro dell’incontro, ha dato il via e i due pesi massimi non si sono risparmiati partendo da subito con scambi accesi. Sono emerse da subito la preparazione e la lucidità di Rizzo che è riuscito a sfruttare il suo allungo per tenere a bada l’avversario. Un primo round con un colpo che ha sorpreso Gaba, stordendolo e costringendo l’arbitro a contare prima di far riprendere il match. Campanella, parte il secondo round e l’avversario del Grizzly ha accusato i colpi ed è già a corto di fiato, ma non c’è niente di scritto. L’esperto pugile cerca le corte distanze per mettere in difficoltà l’atleta civitavecchiese. Rizzo reagisce e ‘‘danza’’ intorno a Gaba mettendo a segno un bel gancio sinistro. Gaba reagisce con combinazioni sicure e pericolose: montante e gancio che sfiorano il grizzly. Ma Rizzo non si fa guidare nel gioco dell’avversario e riesce a rimanere concentrato sfruttando il suo allungo. Colpi secchi e veloci: il grizzly sorprende l’avversario con un montante al fegato che lo fa cadere sulle proprie gambe. L’arbitro conta e fa riprendere il match. Gaba è in difficoltà e Rizzo incalza, sempre con una particolare attenzione ai colpi al corpo ed ai pericolosi ganci dell’avversario, un altro bel gancio sinistro che va a segno per il grizzly. Gaba cerca la corta distanza disperatamente per mettere in difficoltà un Rizzo in formissima che incalza con freddezza, senza cadere nella trappola dell’avversario che inizia ad accusare un dolore alla spalla sinistra. Inizia il terzo round e l’arbitro interrompe il match per ko ti (technical injury). L’arena esplode e fa sentire il calore di Civitavecchia per l’atleta di casa. ‘‘Boxe in arena’’ è un successo.
Rizzo: «Non potevo chiedere di meglio – ha commentato il vincitore del match – ho fatto bene a non sottovalutare l’avversario, anche perché aveva un buon curriculum con trenta match all’attivo. Sono montato determinato e convinto delle mie capacità. Ho usato le leve lunghe e l’ho tenuto lontano. Ho visto in alcuni filmati che preferiva tenere la guardia alta ed in palestra abbiamo lavorato sul montante al fegato – ha concluso – ed ha funzionato».