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La Pro Loco riscopre i benefici delle sabbie nere

Ieri il presidente Claudio Nardocci ha illustrato in spiaggia la pratica delle sabbiature

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LADISPOLI – Che arrivi dalla Sardegna o dall’Isola d’Elba (da dove gli etruschi facevano partire delle navi cariche di ferro che in alcuni casi sono affondate ‘inondando’ il mare e dunque le spiaggie di Ladispoli, come racconta Sergio Paris in “I Misteri di Ladispoli”) o che sia stata portata dalle acque dei due fossi (le cui acque arrivano dai laghi di origine vulcanica di Martignano e Bracciano), la sabbia nera di Ladispoli è un toccasana per l’artrosi. A ribadirlo anche ieri è stato il presidente della ProLoco Claudio Nardocci che sul lungomare di Palo ha mostrato la pratica della sebbiatura, affiancato da un medico, il dottor Antonio D’Oppido.

Una pratica “consigliata sicuramente – ha spiegato il dottor D’Oppido – a chi soffre di reumatismi o dolori alle articolazioni”. Il tutto, ovviamente, solo dopo aver consultato il proprio medico. Perché seppur un rimedio ‘tradizionale’ e ‘naturale’, anche le sabbiature vanno considerate alla stregua di una terapia, che può avere un impatto negativo in soggetti che presentano determinate problematiche, come ad esempio infiammazioni a livello nevralgico, cardiopatie o ipertensione.

Il metodo è semplice: basta scavare un piccolo fosso e ricoprirsi di sabbia nera per almeno 20 minuti. Dopodiché basterà riemergere e ripulire il corpo dalla sabbia con altra sabbia calda. Dopo 5 minuti sotto l’ombrellone, si passa a un bel bagno a mare o a una doccia.

Per spiegare nel dettaglio la storia, ma soprattutto il funzionamento di questa pratica, nella speranza che possa essere ripresa in futuro, anche con la realizzazione di piccole strutture, il presidente della ProLoco sta lavorando per la realizzazione di un convegno medico che dovrebbe svolgersi proprio a Ladispoli questo inverno.

Maurizio Marrale


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