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Passaggio alla Csp. I lavoratori chiamano i Carabinieri

Passaggio alla Csp. I lavoratori chiamano i Carabinieri

Stamattina militari al Pincio chiamati ad intervenire per il concretizzarsi, con la firma della conciliazione volontaria per il passaggio alla nuova municipalizzata, della presunta estorsione denunciata già da una ventina di dipendenti. Spunta agli atti il messaggio audio del Sindaco a Righetti in cui gli diceva di far firmare i colleghi: "Non accettare la lettera o non presentarsi significa rifiutare il passaggio in Csp"

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CIVITAVECCHIA – Mattina movimentata al Comune di Civitavecchia. Il Pincio ha visto l’arrivo dei Carabinieri chiamati dai lavoratori di Hcs che non hanno ancora accettato la conciliazione volontaria in grado di sancire il passaggio da Hcs alla nuova Csp.
I Carabinieri hanno preso in visione le lettere con le quali i dipendenti sono stati convocati nella giornata odierna. Questo si unisce alle dieci denunce presentate ieri sempre dagli stessi lavoratori per la presunta estorsione che avrebbero subito.
Presenti all’incontro con i lavoratori rappresentati anche dalla sindacalista Ugl Fabiana Attig c’erano il sindaco Cozzolino, l’amministratore di Ippocrate Alessandro Bizzarri, l’assessore alle partecipate Marco Savignani, il liquidatore di Hcs Carlo Micchi e l’amministratore della nuova Csp Francesco de Leva. 
I lavoratori contestano al Comune un passaggio di livello peggiorativo rispetto al livello ottenuto ad Hcs. Durante il dibattito consiliare l’assessore Savignani ha minimizzato la cosa spiegando che “si tratta di venti su 390 persone di cui dieci sembrano decise a firmare”.
Le possibili vertenze rischiano però di far partire la nuova Csp già con grane lavorative e possibili fondi accumulati per le cause.

L’ipotesi di reato è pesantissima: estorsione. Così quella che sembrava una provocazione dei sindacati che da settimane parlano esplicitamente di condotte illecite, per la gestione del passaggio dei dipendenti alla nuova SCP, si è rivelata invece una pista estremamente concreta. Numerose le prove raccolte a sostegno della ipotesi di reato, contenute in diversi esposti di sindacati e singoli lavoratori pervenuti alla Procura della Repubblica.

Non ultimo il messaggio vocale inviato tempo fa dal Sindaco al consigliere comunale del M5S e dipendente di Città Pulita fabrizio Righetti, in cui Cozzolino gli diceva di far firmare i colleghi perché: “Non accettare la lettera o non presentarsi significa rifiutare il passaggio in Csp”. Il messaggio poi è stato fatto circolare tra i lavoratori delle municipalizzate ed oggi è finito tra la documentazione presentata ai Carabinieri a corredo degli esposti, che sono diventati una ventina (questo giornale se ne occupò fin dall’inizio).

Gli inquirenti hanno così raccolto le lettere di Micchi, le dichiarazioni di Cozzolino ed altri riscontri testimoniali in cui i due sostenevano che per essere “ammessi” alla nuova CSP (di cui titolare tra l’altro, è altro soggetto: De Leva) alcuni lavoratori dovevano ridursi “volontariamente” lo stipendio altrimenti sarebbero stati licenziati. Tale trattamento è stato riservato però ad una sessantina di dipendenti, individuati secondo non meglio precisati elementi. Gli altri 320 sono transitati in applicazione della Legge (art. 2112 codice civile). La “spettacolare” consegna delle convocazioni per la “rinuncia volontaria” operata con la Polizia Locale è stata poi la ciliegina finale.

Alla minaccia si è aggiunta l’intimidazione. Il rapporto tra datore di lavoro e dipendente è rapporto privato in cui ovviamente non può utilizzarsi la Polizia per il recapito e la lettura della corrispondenza, che già da solo rappresenta un altro reato (violazione della corrispondenza). Insomma sembrano essersi concretizzati tutti gli elementi tipici della estorsione (minaccia, ingiusto profitto con altrui danno). Una ventina di dipendenti quindi si sono recati in procura a denunciare la subita estorsione, sanzionata dall’art. 629 del codice penale. Oggi il blitz dei Carabinieri. Evidentemente gli inquirenti hanno valutato la possibilità di poter “cogliere” la consumazione del reato in flagranza. Staremo a vedere.

Certo la situazione è pesantissima. E Cozzolino, allo stato delle cose, rischia in primissima persona. Aver ascoltato Micchi ed il suo stuolo di consulenti – come ampiamente previsto – potrebbe rivelarsi l’errore fatale. Tra l’altro sembrerebbe che i consulenti che hanno spinto l’Amministrazione su questa strada che definire minata appare riduttivo, non abbiano a loro volta mai firmato un parere o un qualsiasi documento. L’avv. Calza, protagonista indiscusso e lautamente pagato, sembra non aver mai formulato un parere scritto ed alle parole “dovete fidarmi di me” ha fatto firmare sempre ad altri (tra cui i malcapitati Cozzolino e Savignani).

Di irregolarità di questo “gruppo di lavoro” ne sono state segnalate una infinità. Le denunce e gli esposti fioccano e anche l’Autorità Giudiziaria non può far altro ormai che prendere atto della gravità della situazione.

Certo, con la delibera di ieri (il trasferimento dei servizi a CSP, a sua volta di dubbissima legittimità per il voto del Dipendente/consigliere Righetti), le sorti di Cozzolino sono passate in mano a De Leva, che, ad un primo impatto, è sembrata persona più cauta dello spregiudicato Micchi.

La Legge, come noto, prevede che nel trasferimento dei rami di azienda, venga trasferito al cessionario (CSP srl) tutto il personale con tutti i diritti acquisiti presso il cedente (HCS srl). Se De Leva al contrario dovesse licenziare un solo dipendente (o meglio) non trasferirlo, oltre a venire meno all’obbligazione assunta dinnanzi al Tribunale di Civitavecchia, con l’offerta di acquisto, di fatto realizzerebbe l’estorsione paventata da Cozzolino. Insomma una bella patata bollente, con il destino del Sindaco ormai nelle mani di de Leva, responsabile ovviamente anche personalmente.

Se si considera che le pene, per l’ipotesi di reato per il quale si procede, vanno dai quatto ai dieci anni di reclusione (ed in particolari situazione si può arrivare ai venti), si intuisce che la vicenda potrebbe assumere sviluppi clamorosi.


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