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Finanza, sequestri e denunce per contraffazione e commercio abusivo sulle spiagge di Montalto e Tarquinia

Finanza, sequestri e denunce per contraffazione e commercio abusivo sulle spiagge di Montalto e Tarquinia

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TARQUINIA – Continuano incessanti le iniziative programmate dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Viterbo volte alla salvaguardia della legalità e della sicurezza economico finanziaria. In tale contesto, i finanzieri della Compagnia di Tarquinia, al Comando del Capitano Antonio Petti, hanno eseguito mirati servizi volti alla prevenzione e al contrasto della contraffazione e all’abusivismo commerciale perpetrato sulle spiagge del litorale Viterbese, anche mediante mirate attività investigative volte all’individuazione delle vie di comunicazione utilizzate dai trafficanti di beni contraffatti.

In questi ultimi 15 giorni, almeno dieci le operazioni di servizio portate a termine che hanno consentito di rinvenire e sottoporre a sequestro oltre 1.000 prodotti di abbigliamento, calzature ed accessori “griffati” per un valore complessivo pari a circa 40.000 euro con contestuale denuncia alla competente autorità giudiziaria di n. 6 responsabili, tutti di origini extracomunitarie, ma in possesso di regolare permesso di soggiorno.

Le attività operate confermano il costante impegno profuso dal Corpo a presidio della legalità, al fine di tutelare gli operatori economici “regolari” dalla sleale e illecita concorrenza degli abusivi e di coloro che vendono merci contraffatte. Infatti l’obiettivo è anche quello di evitare che gli esercenti che rispettano gli obblighi di emissione dei documenti fiscali finiscano con il risultare indebitamente “svantaggiati” rispetto ai loro concorrenti che violano le norme tributarie e conseguono, pertanto, un ingiusto arricchimento.

La Finanza infine ricorda che ” l’acquisto di prodotti contraffatti da parte di privati consumatori è punito dalla Legge mediante l’applicazione di specifiche sanzioni amministrative ed è bene tenere in considerazione che i prodotti contraffatti, oltre a danneggiare l’economia “sana” per l’illecita concorrenza, possono essere anche potenzialmente pericolosi per la salute umana attesa la scarsa qualità dei materiali utilizzati per la loro fabbricazione”.


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