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Cerveteri, Piazza Risorgimento specchio della ripresa

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di TONI MORETTI

CERVETERI – Siamo arrivati, bene o male, con un clima sia pure ancora confuso ma che tende all’autunnale, alle ripresa a pieno ritmo delle attività e si cominciano a vedere con assiduità anche i politici in quella che per loro è sempre stata  la piazza più importante di questa città. Piazza Risorgimento, dove nonostante la maggior parte degli uffici comunali siano stati trasferiti al Granarone, il vecchio palazzetto, quello che ora accoglie l’ufficio e la segreteria del sindaco e del segretario comunale, del direttore generale, a due passi dalla sede della Multiservizi e della Protezione civile, non ha perso il fascino della piazza più frequentata dai politici, quella nella quale la gente di passaggio, sente l’odore, confuso da quello del caffè, degli incontri che determineranno la gestione dei loro destini.  A fare da cornice, Osvaldo, il barbone intelligente, dalla battuta pungente e polemica, un innocuo vecchietto, arrabbiato con tutti, ad un angolo che brandisce il bastone e non perde l’opportunità di raccontare, avvenimento per avvenimento, anche banale, un pezzo di storia del paese, e Cianfoni, che passa la sua giornata a discutere con la sua ombra, a gesti, senza proferire una parola. Ieri il sindaco la attraversa velocissimo, la piazza, più del solito. Barba folta, capelli lunghi e arruffati, pantaloni neri retti da bretelle, inforca le scale del palazzetto dove si chiude in ufficio con Elena Gubetti, assessore all’ambiente e ai trasporti. L’assessora che ha i compiti più gravosi per via di una raccolta differenziata che non riesce a mettere tutti d’accordo e che per quanto riguarda i trasporti, ha trovato al suo esordio una vertenza doppia, tra comune e azienda  appaltatrice per alcuni disservizi e tra aziende e maestranze per questioni di lavoro. Le due cose si intrecciano e rendono la cosa più complicata. Tutto avviene mentre gli orologi della torre e del mascherone scandiscono le ore per quella gente indaffarata che si reca nei vari uffici, e di quella gente seduta al bar che non sa cosa fare e scruta le facce dei passanti tentando di interpretare il linguaggio dei corpi e fare un commento. I più interpretabili sono coloro che escono dal vicino ufficio Acea. Tanti, file enormi e nessuno che sorride. Ci sarà un perché?


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