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Iag, per Ams un piano senza respiro

Iag, per Ams un piano senza respiro

Fiumicino. Appello dei sindacati alle istituzioni: "Bisogna porre fine a questa grottesca vicenda". Ad un anno e mezzo dall’acquisizione dell’azienda nessun futuro per i lavoratori. Il magazzino continua ad essere svuotato. L’altolà del Ministero agli americani

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FIUMICINO – Durante l’ennesimo incontro tenutosi il giorno 28 settembre presso il Ministero dello Sviluppo Economico, riprogrammato più volte per l’indisponibilità della società IAG, i sindacati hanno preso ulteriormente atto che non sussistono le condizioni minime di impresa per poter giungere ad un accordo. Dopo un anno e mezzo dall’acquisizione degli asset della ex Alitalia Maintenance Systems, il risultato è deludente.
«Lo pseudo piano industriale presentato dalla IAG il 9 agosto 2016 – affermano i Dipartimenti Nazionali ed Rsa Alitalia Maintenance Systems, Filt Cgil, Fit Cisl, UilTrasporti e Ugl Trasporto aereo – ritenuto già allora dalle organizzazioni sindacali inconsistente e poco dettagliato, dopo pressanti richieste da parte delle stesse, è stato aggiornato e di nuovo presentato al Ministero, alla Regione Lazio e alle Organizzazioni Sindacali. 
L’unica variante, le certificazioni ENAC recentemente acquisite. Per il resto, che dire, ancora più deludente e confuso del precedente. 
Durante la riunione, si è avuta conferma di quanto la IAG non abbia alcuna seria e concreta intenzione di far business in Italia al di là delle loro smentite, quindi di recuperare e generare occupazione rispettando le regole basilari che consentirebbero la normale attività imprenditoriale. Anche gli esponenti del Ministero dello Sviluppo Economico e della Regione Lazio sono giunti alla conclusione che non vi è consistenza nei proponimenti della IAG, lasciando ancora una volta tutti molto perplessi di fronte al nulla.
La società ha ovviamente dichiarato di voler proseguire con il proprio progetto ponendo però vecchi problemi che causerebbero ancora delle criticità e che le impedirebbero di attuarlo. Insomma, il loro mancato start- up è ancora una volta colpa di altri. 
Hanno poi dichiarato di essere interessati alle attrezzature ubicate all’interno del banco prova motori ritenute di loro proprietà e non delle attività che potrebbero svolgere all’interno di esso. Del resto, il loro business principale verte nella commercializzazione delle parti di ricambio. Lamentano l’impossibilità di accedervi a causa delle resistenze di Aeroporti di Roma e della Curatela fallimentare di AMS». 
I sindacati, preoccupati per un ulteriore svuotamento dell’ officina, che comunque prosegue, sottolineano come alcune richieste avanzate dalla società risultino pretestuose, considerando anche l’atteggiamento nei confronti dei Commissari della vecchia Alitalia LAI ai quali, ci risulta, non sarebbero stati corrisposti i pagamenti dovuti per la locazione dell’immobile e per la quale abbiamo chiesto evidenza ormai da tempo. Hanno inoltre chiesto lumi circa la regolarità contributiva aziendale (DURC), vista l’assunzione a tempo determinato di alcuni lavoratori. Al termine dell’incontro, il Rappresentate del Ministero dello Sviluppo Economico ha dichiarato che, se entro poche settimane la IAG non presenterà un piano industriale “vero” e di lungo respiro, è meglio  che si faccia da parte e lasci lo spazio ad altri soggetti perché le Istituzioni Italiane riterranno inutile proseguire le trattative vista la già minata credibilità e la compromessa fiducia riposta in un soggetto che si è dimostrato totalmente inaffidabile. «I Dipartimenti Nazionali e le RSA – chiude la nota – chiedono con fermezza alle Istituzioni coinvolte, di porre fine a questa preannunciata grottesca vicenda e di volgere seriamente la loro attenzione ad altri soggetti potenzialmente interessati e affidabili, al fine di creare impresa e riportare le attività di revisione motori a Fiumicino, salvaguardando finalmente gli interessi del Paese Italia e dei suoi Lavoratori.


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