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Il Prefetto chiede lumi al Pincio sul caso Righetti

Il Prefetto chiede lumi al Pincio sul caso Righetti

Il consigliere comunale era stato determinante per il voto della delibera relativa al passaggio Hcs-Csp. La Presidente Riccetti aveva trasmesso gli atti, su cui la minoranza aveva sollevato dubbi per un possibile conflitto di interesse, ad ANAC, Corte dei Conti, Procura della Repubblica e Prefettura, che ora chiede spiegazioni a Sindaco e Segretario Generale

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CIVITAVECCHIA – Si torna a parlare del consiglio comunale dello scorso 30 agosto. Un consiglio che ha avuto strascichi importanti e che continua ad averli. Nel caldo torrido dell’Aula Calamatta il voto del consiglio sanciva il passaggio di tutti i servizi e i lavoratori dalla storica municipalizzata Hcs e dalle sot alla nuova società Civitavecchia Servizi Pubblici.
A votare per la maggioranza anche il consigliere Fabrizio Righetti, lavoratore di una delle sot.
Il caso aveva fatto discutere già prima del consiglio comunale e ad inizio dello stesso con la presidente del consiglio comunale Alessandra Riccetti che aveva sottolineato i suoi dubbi sulla possibilità di far votare il consigliere.
La segretaria generale Cordella respinse i dubbi del presidente Riccetti affermando che l’articolo 78 del Tuel era da intendersi come soggettivo. Righetti doveva in pratica sentirsi parte in causa mentre secondo lo stesso Sindaco Righetti guidando il camion dei compattatori non rientrava in un ruolo dirigenziale della nuova municipalizzata.
Le critiche dell’opposizione vennero stigmatizzate dal Sindaco.
Il presidente Riccetti scrisse quindi al Prefetto informando quello che era accaduto.
«Fa parte del mio ruolo – ha spiegato il presidente Riccetti -. Io ho scritto dicendo semplicemente quello che era accaduto, vista la denuncia fatta dall’opposizione. In qualità di presidente avevo posto il problema. Avevo informato il Prefetto».

Notizia di questi giorni è che il Prefetto dopo la missiva della Riccetti ha interrogato la segretaria Cordella ed il Sindaco su quanto è accaduto, tenendo conto del fatto che la presenza del consigliere Righetti è stata determinante per mantenere il numero legale e portare a termine la seduta consiliare: quella delibera infatti è stata votata da 13 consiglieri, tra cui il Sindaco (che non si conta per il computo del numero legale) e lo stesso Righetti. Senza di lui, il consiglio sarebbe andato deserto.

L’intervento del Prefetto ha messo in allarme piazzale del Pincio. Starà adesso al segretario generale del Comune di Civitavecchia e al Sindaco spiegare al Prefetto perché abbia ritenuto ammissibile il voto e la partecipazione del consigliere Righetti nonostante la segnalazione del presidente del consiglio comunale Alessandra Riccetti e di alcuni consiglieri di minoranza.

L’articolo 78 del Tuel recita: «Gli amministratori devono astenersi dal prendere parte alla discussione ed alla votazione di delibere riguardanti interessi propri o di loro parenti o affini sino al quarto grado. L’obbligo di astensione non si applica ai provvedimenti normativi o di carattere generale, quali i piani urbanistici, se non nei casi in cui sussista una correlazione immediata e diretta fra il contenuto della deliberazione e specifici interessi dell’amministratore o di parenti o affini fino al quarto grado». Se la delibera era fondamentale per il futuro dei lavoratori delle municipalizzate – come ha spiegato il Sindaco nei giorni precedenti al voto – come potrebbe non essere stato interessato direttamente il consigliere Righetti al risultato del voto? La spiegazione la fornirà il Segretario Generale ed il Sindaco al Prefetto rispondendo alla sua missiva. «In casi simili riguardanti lo stesso tema il consigliere Righetti un anno fa non partecipò al voto. Non so perchè abbia cambiato l’indirizzo» conclude la Riccetti.


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