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Tempi più rapidi avrebbero consentito soccorsi diversi

Tempi più rapidi avrebbero consentito soccorsi diversi

Nuovi dettagli sulla super perizia sulla morte di Marco Vannini

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LADISPOLI – Giungono i primi particolari della super perizia depositata il 12 novembre effettuata dai professori Antonio Oliva, Francesco Alessandrini e Andrea Arcangeli, disposta dalla Corte D’Assise, presidente Anna Argento e giudice a latere, Sandro Di Lorenzo.

“Con particolare riferimento al tempo trascorso tra il ferimento del Vannini ed in constatato decesso, che l’esatta informazione all’addetto del Servizio del 118, nonché al personale sanitario intervenuto – si legge nel documento – avrebbe certamente consentito una diversa e più rapida organizzazione dei soccorsi, finalizzata alla stabilizzazione delle condizioni cliniche del paziente ed al suo immediato trasferimento presso un DEA di II livello per essere sottoposto a trattamento chirurgico”.

“Tale intervento – proseguono i periti –  applicato su un paziente giovane, con funzioni vitali relativamente stabili, che ne hanno sostenuto la vitalità per almeno tre ore dal momento del ferimento, nonostante il mancato accesso al livello di cure adeguato avrebbe avuto, con ottima probabilità a breve termine un impatto prognostico quoad vitam altamente positivo”.

“In estrema sintesi – concludono i periti – una tempestiva attivazione del corretto iter diagnostico- terapeutico avrebbe garantito al Vannini l’accesso ad un livello adeguato di cure ed allo stesso tempo contrastato l’insorgenza delle complicanze postoperatorie o delle sequele dello shock ipovolemico potratto, scongiurandone, con elevata probabilità, l’exitus”.


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