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‘New skills agenda for Europe’, il lavoro passa per il digitale

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ROMA – Stimolare una coalizione per le competenze e le occupazioni digitali, affrontare nel migliore dei modi la trasformazione digitale nei nuovi lavori sfruttando le innovazioni che possono portare i giovani. Questi i temi al centro di ‘New skills agenda for Europe’, il convegno organizzato da Confsalform, in collaborazione con FonARCom, svolto oggi alla Camera nell’Aula del Palazzo dei Gruppi Parlamentari.
La giornata si e’ aperta con il collegamento video col sottosegretario di Stato al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Luigi Bobba, per parlare della politiche attive del lavoro nell’economia digitale. Silvia Costa, coordinatore della Commissione Cultura e Istruzione del Parlamento Europeo, ha sottolineato poi l’importanza della certificazione delle skills digitali per uniformare il settore e avvicinare maggiormente i giovani italiani che vogliono affacciarsi al mondo del lavoro in tutta Europa. Chiaro il suo invito all’Italia, sul tema dei programmi di mobilità europea, per fare ancora di più e avvicinare i nostri ragazzi ai programmi di inserimento lavorativo.
Tra gli interventi anche quello di Maurizio Sacconi, presidente della Commissione Lavoro del Senato, su Impresa 4.0 e sull’importanza della formazione continua nel futuro occupazionale dei giovani. La giornata si è conclusa con la presentazione da parte di Salvatore Piroscia, vicepresidente Commissione EDUC, European Confederation of Indipendent Trade Unions, di Scholarsjob 2.0, “una buona prassi italiana per accompagnare i giovani nei processi di validazione e certificazione delle competenze”.
I migliori esempi di Scholarsjob 2.0 sono stati invitati per poter raccontare la loro esperienza. “L’obiettivo- commenta Piroscia- e’ quello di unire due mondi, scuola e lavoro, apparentemente lontanissimi, ma in realta’ vicini”
FEDELI: MIUR, RIVOLUZIONE CULTURALE CON PIANO SCUOLA DIGITALE
“Oggi partecipate a un momento di riflessione e confronto sulle competenze che ogni donna e ogni uomo deve possedere per vivere, muoversi, costruire società prospere e sostenibili, di pari opportunità ed eguali diritti. La filiera educativa riveste un ruolo di primo piano in questo processo. Scuola, università, mondo dell’alta formazione e della ricerca sono i luoghi in cui le giovani e i giovani acquisiscono conoscenze e competenze che oggi, in un mondo sempre più globalizzato, devono essere adeguate a fron-teggiare e vincere le sfide dei tempi che viviamo”. E’ il messaggio che il ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli, ha inviato ai giovani che questa mattina hanno partecipato a ‘New skills agenda for Europe’, il convegno organizzato da Confsalform, in collaborazione con FonARCom, alla Camera nell’Aula del Palazzo dei Gruppi Parlamentari.
“Per questo motivo, il ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, a partire dalla legge 107 del 2015, ha promosso una rivoluzione culturale radicale attraverso l’introduzione del Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD) e dell’Alternanza Scuola-Lavoro- ha spiegato Fedeli- Innovazioni che servono a costruire, passo dopo pas-so, un futuro di persone consapevoli e dotate degli strumenti cri-tici adatti ad affrontare la vita. Con l’Alternanza Scuola-Lavoro, ad esempio, questo Governo, in continuità con il precedente, sta mettendo in comunicazione due mondi tenuti erroneamente e a lungo separati”.
“Si tratta- continua Fedeli- di un’inversione di tendenza irrimandabile che le ragazze e i ragazzi stessi chiedevano da tempo. I giovani sono desiderosi di misurarsi con il mondo del lavoro, per orientarsi nel futuro, sperimentare abilità e competenze, mettere alla prova i propri sogni. Attraverso questi strumenti stiamo dando ri-sposta a questa necessità e stiamo fornendo conoscenze e contenuti per far sì che possano accedere al domani con protagonismo, consapevolezza e determinazione”.
“È un impegno importante- ha concluso Fedeli- Una sfida educativa che possiamo vincere solo se tutta la comunità civile, ciascuno per la propria parte e in base al proprio ruolo, sarà unita negli interventi e nelle azioni. Ogni investimento sulle nuove generazioni è un investimento sul futuro del Paese. Un futuro che vogliamo in linea con i principi della nostra Costituzione e con gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile dell’ONU che come Paese ab-biamo sottoscritto”.
COSTA: EUROPA NON COMPETITIVA SE RESTA GAP SUL DIGITALE
“Nel nord Europa va meglio, ma nel sud e nell’est del continente ci sono giovani con poche competenze digitali, o che non ne hanno affatto. Bisogna recuperare il terreno perso, perchè il mercato del lavoro ci dice che nel 90% dei futuri lavori si dovranno avere skills digitali, e si dovrà conoscere anche l’internet of things, quindi avere capacità di legare il digitale alla realizzazione dei prodotti. Si deve quindi investire nelle risorse umane, oppure l’Europa non sarà competitiva e inclusiva”. Così Silvia Costa, coordinatore della Commissione Cultura e Istruzione del Parlamento Europeo, intervenuta a ‘New skills agenda for Europe’, convegno sull’alternanza scuola-lavoro e sulla necessità di avvicinare la Digital Transformation del futuro con le PMI.
“In Europa c’è un arretramento delle competenze di base- sottolinea- come matematica, letteratura e comprensione del testo. Penso si debbano rafforzare le competenze trasversali, di cittadinanza, necessarie per affrontare i cambiamenti del mondo del lavoro, e continuare ad imparare”.
Le competenze digitali richieste sono “quelle base, di comunicazione, informazione, accesso ai dati e costruzione dei contenuti”, poi ci sono skills “più alte, che riguardano la capacità di programmare, creare nuovi contenuti e nuovi servizi. Se ben attrezzati, sappiamo che ci sono giovanissimi che possono creare nuove imprese che giocano proprio sulla ricerca del mercato e sull’anticipazione dei mercati”. Se cosi’ fosse servirebbero “investimenti massicci, dal prossimo giugno sarà obbligatorio l’adeguamento dei curricula, con certificazioni europee sulle competenze formali e i informali che si costruiscono tramite l’esperienza”.
Per quanto riguarda le opportunità esistono programmi di mobilità europea, come Erasmus, che aiutano, ma ci sono altri tre programmi “su cui l’Italia non fa abbastanza. ‘Erasmus placement’ che permette di fare tirocinio in imprese europee; da tempo sollecito un accordo tra Stato-Regioni e Camera di Commercio europeo in tal senso. Poi ‘Erasmus per giovani imprenditori’, che prevede un affiancamento a giovani imprenditori in altri Paesi. Infine ‘Erasmus Pro’ per i giovani apprendisti. Se ci fosse più informazione anche del servizio radiotelevisivo, e strategia nel coinvolgimento, credo che i nostri ragazzi non sono secondi a nessuno per poter partecipare a progetti europei”.
PIROSCIA: SCHOLARSJOB CERTIFICA LORO COMPETENZE DIGITALI
Scholarsjob 2.0 è “una buona prassi italiana per accompagnare i giovani nei processi di validazione e certificazione delle competenze”, si tratta di una piattaforma “importante perchè parla il linguaggio dei giovani ed è costruita con le loro idee. Li abbiamo ascoltati e condiviso con loro contenuti, esigenze, metodi di lavoro e studio”. Così Salvatore Piroscia, vicepresidente Commissione EDUC, European Confederation of Indipendent Trade Unions, e presidente Confsalform, al termine di ‘New skills agenda for Europe’, il convegno organizzato da Confsalform, in collaborazione con FonARCom, svolto oggi alla Camera nell’Aula del Palazzo dei Gruppi Parlamentari.
“Se non riusciamo a catturare l’attenzione dei giovani su un processo di lavoro che è digitalizzabile e digitalizzato- spiega Piroscia- difficilmente avremo un loro interesse a seguire le attività. Il loro entusiasmo sta proprio nell’essere digitali e veloci nell’apprendere, intuire, creare. Digitalizzare dà modo di creare”, si tratta di “risorse che tutte le aziende dovrebbero tenere in considerazione”, perchè quando i nostri giovani entrano in azienda portano “freschezza, velocità, dinamismo”.
Scholarsjob 2.0 si rivela determinante perchè è una piattaforma che “certifica e crea un processo di certificazione delle competenze”, perchè produce “profili professionali con documenti di trasparenza, ovvero documenti che poi scuole, università ed enti esamineranno e la renderanno spendibile e riconoscibile in tutte le regioni d’Italia, ma soprattutto, speriamo da marzo, anche in Europa”, conclude.


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