Pascucci: «Il civismo si è rivelato una scelta vincente nel rappresentare la discontinuità»
di TONI MORETTI
CERVETERI – Allo scadere del 2017, a poche ore dal momento fatidico in cui botti più o meno proibiti, lenticchie e cotechino, veglioni e cenoni in ristoranti di lusso, panettoni e pandori accompagnati da coppe di regale champagne o da più modesto ma non per questo meno buono spumante italiano metteranno in archivio il vecchio anno, abbiamo pensato di porre alcune domande al primo cittadino Alessio Pascucci che accetta di concederci questa intervista in esclusiva.
Sindaco, e così arriviamo al 2018 con un anno alle spalle che suggella l’avvio del suo secondo mandato con poco sprint, come è opinione diffusa che aleggia sui social, rispetto a quanto promesso nella sua roboante e strepitosa ultima campagna elettorale. Come si esprime a riguardo?
«Premesso che credo che la gente non viva sui social ma nel mondo reale. e che nel mondo reale emerge chiaramente che quanto lei dice non corrisponde a verità. E’ evidente che abbiamo messo mano al miglioramento della macchina amministrativa di questa città. Nessuna delle procedure avviate nello scorso mandato è stata in qualche modo interrotta o risulta essere ferma. Né il lungomare, né il piano regolatore, né la zona artigianale»
C’è da dire che più che in aula, l’opposizione serpeggia all’esterno. Sono i cittadini non convinti dalla sua azione infatti, con i quali lei ha sempre preferito dialogare in maniera diretta, ad addossarle le maggiori responsabilità. Per esempio una non corretta gestione dei servizi sociali che con la questione dei tagli Aec. Ha evidenziato forse un deficit di programmazione nella gestione dell’apparato?
«Penso che le informazioni che possedete non sono corrette come da me evidenziato già in altre occasioni. I genitori dei bimbi abbisognevoli di Aec mi sono sempre stati vicino ed hanno fatto dichiarazioni sia pubbliche che private sul sostegno che davano all’amministrazione in quella lotta comune sulla richiesta di leggi dello stato che fossero più chiare ed incisive. Purtroppo qualche giornalista ha strumentalizzato la vicenda dimenticando di dire che siamo uno dei pochi paesi che, con l’ultimo stanziamento di risorse, ha portato il servizio agli standard dello scorso anno».
L’impressione che si ricava, viste le sue recenti posizioni politiche che la hanno vista impegnato al lancio del movimento “L’Italia In Comune” con un impegno di diffusione mediatica considerevole a livello nazionale, è quello di un graduale disinteresse della realtà locale lasciata in balia di una squadra che stenta a trovare un leader carismatico come lei. Si è posto il problema che così facendo lascerà a livello politico solo macerie?
«Scusi, quando è che lei non mi ha visto in un consiglio comunale? Quale, tra gli ultimi incontri coi cittadini le risulta abbia disertato? Purtroppo mi verrebbe da dire che la stampa spesso non è interessata alle cose serie. Se venivate all’incontro coi cittadini di Valcanneto avreste potuto registrare l’entusiasmo per quanto ci siamo detti. Per quel che mi riguarda io sto sul territorio e registro un entusiasmo invariato per quanto stiamo facendo».
Chi secondo lei ad oggi, o quale gruppo politico, ha le caratteristiche di raccogliere un testimone tanto impegnativo quale la rivoluzione e il ribaltamento degli schemi politici che lei ha in qualche modo imposto?
«Io credo che la mia maggioranza, quella del primo governo, rafforzata dagli ingressi delle nuove componenti e formazioni aggiuntesi col secondo mandato, hanno determinato un fatto politicamente rilevante diminuendo il consenso dei partiti. Penso possano continuare in tal senso. Il civismo si è rivelato una scelta vincente nel rappresentare la discontinuità».
Il suo rapporto col Partito Democratico è sempre stato conflittuale ma con riserva. Lei si definisce di sinistra, urla contro un governo dei tagli che lega le mani ai Comuni tanto da tentare di scatenargli contro i sindaci d’Italia. Che posizione prenderà nelle prossime elezioni di primavera? Appoggerà il PD di Renzi o gli scissionisti di Grasso ai quali ha strizzato l’occhio chiedendo ed ottenendo di parlare alla loro assemblea? Ed in questo caso il rapporto con chi fino ad adesso è stato suo mentore in quel partito, Zingaretti e Franceschini, come si svilupperà dal momento che tra i due partiti non sono ancora stati definiti scenari certi di alleanze?
«Intanto tengo a precisare di non aver chiesto ed ottenuto di parlare all’assemblea di Liberi e Uguali ma di essere stato invitato, unico sindaco d’Italia, cosa che mi ha fatto infinitamente piacere. Detto questo, non ho mai nascosto il mio impegno, anche pubblico nei confronti di Nicola Zingaretti che sarà riconfermato anche per le nuove elezioni e in quella circostanza darò un contributo con una energia ancora maggiore che in passato. A livello nazionale appoggerò invece la formazione di Grasso e non trovo incompatibilità tra le due cose. Questo penso sia il compito dei sindaci indipendenti al di là del partito di appartenenza».
A livello locale le contestano tre cose fondamentalmente. La variante al piano regolatore, i lavori del lungomare annunciati da settembre e mai cominciati, e la vicenda del parco ex Caerelandia. Gli ex gestori di quest’ultimo rivendicano di non avere avuto la volontà di trovare un accordo che portasse ad una transazione della vicenda, cosa avvenuta, invece, in questi giorni con la ADS Cerveteri sulla convenzione per il campo “Galli”. Cosa risponde in proposito?
«Caerelandia è stata gestita in un modo che era contro gli interessi della collettività. Parla il fatto di essere stati costretti ad arrivare alla sentenza di un tribunale che risolvesse la convenzione e come i gestori la hanno lasciata siamo stati costretti a dare il via a dei lavori che saranno addebitati in danno con poche speranze di risarcimento. Con la società sportiva è stata semplicemente fatta una compensazione tra denari che essa doveva dare al comune e la valutazione di lavori migliorativi eseguiti dalla stessa. Non vi erano cause in corso e si è trovato un accordo. Per il lungomare basti pensare al fatto che nessuno dei comuni come noi vincitori del bando ha ancora iniziato i lavori. La Regione ha chiesto una integrazione documentale che è stata fatta e tutto procede regolarmente. Per quanto riguarda la variante al Prg, rivendico la scelta politica fatta a norma di legge e l’iter ci sta dando ragione»
Costituzione a parte, cosa si sente di augurare alla città per il 2018?
«Le stesse cose che ho mandato nel mio biglietto augurale. Auguro un 2018 in cui la Costituzione possa davvero sanare le ingiustizie»