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Containers, Luciani: “L'Authority non rinnovi la concessione”

Containers, Luciani: “L'Authority non rinnovi la concessione”

Il presidente della Cpc interviene sul traffico e prospetta un terminal gestito da imprese locali consorziate: “Msc “occupa” da circa dieci anni uno spazio importante per le dinamiche portuali senza programmare la benché minima crescita” VIDEO

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CIVITAVECCHIA – “Msc “occupa” da circa dieci anni uno spazio importante per le dinamiche portuali, essendo l’unica banchina all’interno del porto di Civitavecchia dedicata ai containers, senza programmare la benché minima crescita ma limitandosi solamente a “vivacchiare” ad un livello nettamente inferiore rispetto alle potenzialità dell’infrastruttura portuale in concessione. Riducendo così il ruolo dello scalo laziale a quello di mero “parcheggio” di contenitori vuoti”.

Duro intervento di Enrico Luciani, presidente della Compagnia portuale di Civitavecchia, in merito al traffico container e alla concessione che sta per scadere chiedendo all’Authority di non rinnovarla.(agg. 12/01 ore 11.10) segue

“PORTO ‘MORTIFICATO’ DA APONTE”. “La Roma terminal container – spiega infatti Luciani – società terminalista di MSC che attualmente è concessionaria del Terminal, è in trattativa con l’Adsp del Mar Tirreno centro settentrionale per il rinnovo dell’autorizzazione ex art 16 e, qualora questa non venisse rinnovata, decadrebbe automaticamente anche la concessione ex art 18. La cosa che noi portuali teniamo a sottolineare, in questa fase di trattativa, è che Msc, vale a dire il secondo armatore per traffico containers nel mondo – tuona il presidente della Cpc – che nella nostra penisola movimenta circa 3 milioni di teus, continua a guardare all’Italia con forte interesse, come evidenziato dalla recente volontà di aumentare la propria presenza presso il Terminal Vte e su Genova. Anche per questo riteniamo che non sia più tollerabile vedere il porto di Civitavecchia (lo scalo più prossimo al mercato di Roma che consuma circa 1 milione di teus all’anno) “mortificato” da Aponte, con previsioni di movimentazione che per questo anno sono addirittura inferiori ai 50mila teus”.(Agg. 12/01 ore 11.40)

LA SPIEGAZIONE. Una spiegazione dettagliata di quanto sta accadendo o potrebbe accadere secondo Luciani che incalza:  “Le reali intenzioni della compagnia armatoriale svizzera sono state, sono e saranno sempre quelle di non voler implementare il traffico containers nel nostro scalo. Questa gestione scellerata – prosegue duro – inoltre, sta creando problemi ad altri traffici come quello della frutta esotica di Cfft che da questa estate scarica i containers delle banane su altre banchine. Il nostro auspicio è che a questo punto, considerando l’insostenibilità dell’attuale gestione, L’adsp non rinnovi l’autorizzazione ex art 16, facendo così decadere automaticamente anche l’art 18. Crediamo fermamente che il Terminal container debba essere gestito da imprese locali – tuona – che, anche consorziandosi, rendano finalmente la banchina 25 fruttuosa ed operativa, attirando quegli armatori che ad oggi, vista l’inaffidabilità del gestore, evitano di attraccare, e portando così il terminal a movimentare quei 300mila teus che realisticamente può movimentare”.

Il presidente della Cpc prospetta così un aumento occupazionale per tutto il comprensorio e torna su un problema già sottolineato nei giorni scorsi da spedizionieri e Assotir, la mancanza di persona nell’Ufficio Dogane.

“Un eventuale, cospicuo sottodimensionamento potrebbe lasciar presagire la volontà di depotenziare ulteriormente il porto di Civitavecchia. Auspichiamo – dichiara Luciani – per contro, che la visita del Ministro Delrio presso il nostro scalo, prevista martedì prossimo, possa servire anche a dissipare questo “spettro”. A nostro modo di vedere l’attuale Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti ha fatto grandi cose per la portualità tutta, ma una drastica riduzione dell’organico del nostro ufficio doganale rappresenterebbe senz’altro un grave errore strategico. Avere una Dogana efficiente – conclude il presidente della Cpc – infatti, è la conditio sine qua non per poter lavorare in un porto operativo e concorrenziale”. (Agg. 12/01 ore 12.30)

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