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Marco urlando chiamava la mamma

Marco urlando chiamava la mamma

PROCESSO VANNINI. Queste parole riportate ieri in aula hanno sconvolto i genitori del giovane. Marina e Valerio: «I Ciontoli hanno sempre negato questa circostanza»   

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di GIULIANA OLZAI

CERVETERI –  «Marco urlando chiamava mamma, mamma. Questa cosa detta in aula mi ha sconvolto. Lo sapevo che mio figlio mi avrebbe cercato, era una certezza che avevo dentro. Sai però anche se lo sai ma nessuno te lo conferma rimani nel dubbio. Oggi invece ne ho avuto la conferma ed è un fatto che ti trafigge il cuore. Eppure, nei giorni successivi alla tragedia, tramite mio nipote, avevo chiesto di chiedere ai Ciontoli se mio figlio in quei momenti mi avesse cercato, avesse fatto in qualche modo il mio nome. E loro hanno sempre risposto: ‘’No mai’’. Hanno sempre negato questa circostanza». Queste le strazianti parole di mamma Marina dopo l’udienza in Corte D’Assise a Roma, dove si tiene il processo per l’omicidio del figlio Marco Vannini, che vede alla sbarra l’intera famiglia Ciontoli accusata di omicidio volontario con dolo eventuale e Viola Giorgini, invece, la fidanzata di Federico per omissione di soccorso.  (agg. 30/01 ore 10.30) segue

MAMMA MARINA. Una giornata che si è rivelata sconvolgente e dolorosa per i genitori di Marco. 
«Ormai si è alle fasi finali di questo processo – continua mamma Marina – Ogni udienza per noi sta diventando sempre più stressante. Una volta perché Marco si poteva salvare. Un’altra perché quello ti dice che urlava disperatamente e stavolta che chiamava mamma. Per noi è veramente angosciante. Quello che vogliamo è la giustizia per Marco e finalmente  il 18 di aprile, dieci giorni dopo il suo compleanno ci sarà la sentenza.  Io con mio figlio continuo a parlare e gli avevo detto: vedrai Marco che arriverà il regalo per il tuo compleanno. Un fatto che fa riflettere è che la mamma la chiami d’stinto ma il fatto che abbia preferito cercare in quei drammatici momenti  il suo datore di lavoro, Massimiliano, la dice lunga sul comportamento dei Ciontoli. Mio figlio era cosciente che in quella casa gli stavano facendo del male, o perlomeno, con tutto che mio figlio che non era del tutto lucido, aveva capito che non era protetto. Non ha chiamato nessuno di quella famiglia: tipo Antonio, Martina, Maria aiutatemi.  Questo significa che Marco si era reso  conto che loro non lo stavano aiutando e che lo stavano ingannando. Quindi avvalora quello che ho sempre sostenuto, ossia che i Ciontoli pensavano in quei momenti tragici a salvare loro stessi. Massimiliano era una persona di fiducia per lui, affidabile.  Per questo mi sento particolarmente toccata nel profondo. E’ un fatto straziante» – conclude mamma Marina con la voce strozzata dal pianto. (Agg. 30/01 ore 11)

PAPA’ VALERIO. «La parte più toccante è stata che il medico ha detto che Marco ha chiamato la mamma fino all’ultimo respiro. E’ una cosa che ti fa soffrire. Mi ha turbato tanto. E poi anche l’infermiera professionista nella sua testimonianza ha detto che anche i vecchietti poco prima di morire chiamano la mamma pure loro. E’ un fatto istintivo. Solo i Ciontoli hanno sempre sostenuto che Marco non l’ha mai cercata. Per cui è una ulteriore dimostrazione del castello di bugie che hanno costruito e raccontato».  
L’avvocato Enza Intoccia, legale della nonna di Marco: «Alla odierna udienza abbiamo avuto ulteriori conferme rispetto a quanto emerso nel corso del dibattimento sia in ordine alla correttezza dell’operato dell’Ares 118 che alla rappresentazione della gravità del fatto da parte degli imputati. (Tanto è vero che Federico Ciontoli, nella prima telefonata, appalesava gravi difficoltà respiratorie del Vannini). Ad istruttoria ultimata è possibile determinare la responsabilità dei Ciontoli per condotte, sicuramente, da censurare» (agg. 30/01 ore 11.30)

 


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