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Approvato l’aumento della Tari

Approvato l’aumento della Tari

Nessuna riduzione della tassa dei rifiuti a Ladispoli, salgono gli introiti per la ditta appaltatrice dell’igiene urbana. Pd: "Quando Grando era consigliere sosteneva che le tariffe si potessero abbassare"

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LADISPOLI – Come preannunciato nei giorni scorsi la Tari (la tassa per il servizio di raccolta differenziata e igiene urbana) aumenterà del 6%.

Ad approvare tariffe del regolamento il consiglio comunale, dopo che il punto era stato aggiunto in sordina come appendice della convocazione del consiglio di martedì. Contrario il voto dei consiglieri del M5S, del Pd, di Ladispoli Città e Marco Pierini. Ma quel che è mancata in consiglio è stata una dura presa di posizione a tutela dei cittadini. Al netto di un intervento tecnico del consigliere Eugenio Trani, nessun consigliere ha messo bocca sull’ennesimo “furto” ai danni dei cittadini che si troveranno a pagare quest’anno 460mila euro in più rispetto allo scorso anno mentre in piena continuità con la precedente amministrazione la ditta nel 2018 vedrà ancora incrementati gli introiti con un aumento del servizio di spazzatura delle strade di oltre 300mila euro.

E non può valere per l’amministrazione comunale l’alibi dell’appalto fatto male perchè, a fronte di un servizio il cui costo è vertiginosamente aumentato dal valore di affidamento iniziale, non si riscontra per la città un proporzionale miglioramento della pulizia. Piuttosto che inchiodare la ditta allo svolgimento esaustivo del capitolato d’appalto (in consiglio comunale si è più volte discusso del mancato rispetto di alcuni servizi accordati ndr) si continua ad affidare nuove prestazioni con il mero intento di migliorare la situazione. La ditta in questi anni non ha mai avuto alcuno stimolo a migliorare la qualità dei servizi erogati, la regola che sembra vigere sull’appalto rifiuti a Ladispoli sembra essere “più Ladispoli è sporca, più soldi daremo alla ditta”. I cittadini ingoiano una polpetta avvelenata che ormai supera i 2 milioni di euro all’anno. Nonostante l’introduzione della raccolta differenziata che ha raggiunto il 70%, i costi complessivi invece di scendere rispetto al vecchio sistema dell’indifferenziata sono aumentati del 25%, soldi che in gran parte finiscono nelle tasche della società appaltatrice, che da sola incassa quasi 6 milioni di euro all’anno a fronte dei 4,4milioni per la quale si è aggiudicata la gara. E margini per diminuire la Tari c’erano, perchè andando a leggere fino in fondo il rendiconto approvato, si scopre che il costo per lo smaltimento ed il trasporto dei rifiuti è sceso di diverse di decine di migliaia di euro, un beneficio che dovrebbe ricadere sui cittadini, i quali ormai da 4 anni attendono ancora il tanto promesso ribasso dopo la stangata del 30% nel 2015. Invariate Imu e Tasi e con Tari al +6% il bilancio per le tasche dei cittadini quest’anno sarà addirittura peggiore rispetto al passato. Mediamente ogni utenza pagherà 6 euro in più ogni 100 euro in bolletta. Per chi paga 300 euro di Tari l’aumento medio sarà di circa 18 euro. Ora l’inefficacia del servizio di raccolta differenziata sta producendo anche una reazione negativa sui cittadini: la percentuale di differenziata è infatti passata dal 71% al 70% (per la prima volta in discesa ndr), valori che tra l’altro non concordano con quelli dell’Ispra, secondo cui a Ladispoli la differenziata sarebbe al 68%, una differenza percentuale non di poco conto considerando che per ogni punto percentuale superiore al 68% la società che gestisce l’appalto ottiene un bonus dello 0,5%.

Stando all’Ispra il bonus non c’è, stando al Comune il bonus sarebbe di circa 100mila euro. «La questione più importante – attacca il gruppo consiliare Ladispoli Città di Eugenio Trani e Concetta Palermo –  non riguarda il calcolo della tassa sui rifiuti o la normativa, quanto piuttosto parlare della finanza locale e del federalismo fiscale. Su calcoli e normativa si fa in fretta: il principio base è quello del “chi più inquina più paga”. Quindi è chiaro che case più grandi e famiglie più numerose pagano di più, seppure con i correttivi che ciascun ente vorrà applicare, così come è ovvio che questa tassa non si può “non pagare”, altrimenti il servizio sparirebbe e saremmo invasi dalla “monnezza”. Limitarsi alla logica dell’alternanza amministrativa sperando di poter far meglio ed accusando chi c’era prima, pensiamo che sia tra le cose più inutili . E’ fondamentale agire sulla sensibilità culturale delle nuove generazioni riguardo risparmi e rispetto per l’ambiente e agire con la speranza – che è più che altro un obbligo che dovremmo sentirci addosso tutti – che la politica faccia bene il proprio lavoro. Anche se questa, a Ladispoli, sembra essere la cosa più difficile».

«Dopo che per sei mesi hanno ripetuto come una litania che tutto quello che non andava era “colpa della vecchia Amministrazione” – attacca il partito democratico –  si pensava che questo puerile espediente, offensivo anche per l’intelligenza dei cittadini, fosse stato messo da parte.  E magari si cominciasse a ringraziare la “vecchia Amministrazione” per i quasi 9 milioni di finanziamenti arrivati a Ladispoli da Regione e Governo per progetti approvati dalla Giunta precedente.  Ed invece il Sindaco, annunciando l’aumento della Tari del 6 per cento per il 2018 (dopo aver promesso la riduzione quando era all’opposizione ), ha ricominciato la litania della “vecchia Amministrazione”. Ormai siamo quasi al ridicolo: il Piano Tariffario e il Piano del Servizio 2018 è stato fatto e proposto dall’attuale Amministrazione e vale per il futuro». «Prendiamo atto – continua il Pd di Ladispoli –  che  purtroppo gli Amministratori  non hanno il coraggio di assumersi le responsabilità derivanti dal loro ruolo: fanno come gli scolaretti che, quando scoprono che sui banchi di scuola si sta scomodi e si fatica, danno la colpa di non aver fatto i compiti a chi su quei banchi scomodi c’era l’anno prima. Noi ricordiamo invece  al  Sindaco che quando era all’opposizione  conosceva tutte le relazioni Tari e del Servizio 2017 , le ha lette e valutate nelle Commissioni e nel Consiglio comunale. Allora sosteneva che le tariffe si potevano abbassare e lo ha ripetuto in campagna elettorale».


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