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A due giorni dal voto una campagna elettorale ancora ‘‘tiepida’’

Nel centro destra per la Camera primeggia Battolocchio, alla Regione Zingaretti unica certezza

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di TONI MORETTI

CERVETERI – Il conto alla rovescia segna meno due e a due giorni dal voto si può osare di fare, per quello che riguarda la propria città un resoconto circa l’andamento di questa campagna elettorale, di ciò che è avvenuto in modo che ognuno in base alla sua esperienza e alla sua sensibilità politica, possa trarre delle conclusioni e se possibile, possa convincersi delle opinione che si è già fatto, partendo dall’assunto  che comunque bisogna andare a votare  e non avvantaggiare nessuno con la rinuncia all’esercizio di uno dei diritti basilari garantiti in democrazia.  Si apre così perché il particolare periodo di transizione che attraversa tutto il paese, in virtù dei cambi repentini degli scenari internazionali, dovuti ad assestamenti di strategie geoeconomiche che hanno influenzato in maniera determinante la politica e fatto saltare i vecchi schemi, soprattutto ideologici che la hanno accompagnata nell’ultimo cinquantennio, togliendo punti di riferimento importanti, per alcuni insostituibili, creando sgomento e indecisione, ha colpito anche un paese periferico come Cerveteri che vive però una anomalia e cioè che è rimasto periferico  da un lato, per una mancata evoluzione di una mentalità che lo accompagnasse in quel ruolo preminente che vuoi la sua storia, le sue bellezze, la cultura dei suoi antenati gli hanno assegnato nello scacchiere internazionale. Cerveteri, sito Unesco, cultore della civiltà etrusca, nulla sembra fino ad ora abbia incisivamente utilizzato di quanto ereditato trasferendo nel futuro ciò che era, ciò che è stata mettendo in risalto nell’era moderna, le sue caratteristica dell’inclusione che l’anno resa vivace negli scambi commerciali e culturali con altri popoli e quindi grande. A Cerveteri, sembra non possa bastare neanche la presenza di un sindaco, Pascucci, l’ultimo in carica, che proponendo una idea di città che poteva essere un sogno per una popolazione che sentisse e avvertisse la novità nello svincolarsi da ogni forma di potere forte e da chiunque questo fosse rappresentato, che per realizzare questa idea se vogliamo un po’ anarchica schierandosi più volte contro il governo centrale ritenendolo limitante per le realtà locali, si è dovuto gioco forza circondare di un manipolo di boy scout, assolutamente non all’altezza del compito che in occasione dell’appuntamento elettorale non hanno ceduto alla tentazione di posizionarsi al fianco di assembramenti che sembrano conglomerati del nulla, ma che assicurano continuità di sopravvivenza dei loro fiorenti orticelli appena sbocciati. E allora anche qui in questo periodo di campagna elettorale sotto tono, dovuto a nostro avviso alla mancanza di convinzione del proprio operato, si vede un PD che parla di sinistra, si identifica come tale, che difende riforme da sfascio dello stato sociale e non cita mai Berlinguer quando disse che si era di sinistra quando veniva negata ogni possibilità allo sfruttamento dell’uomo sull’uomo. Che faccia tosta. Continua nel loro operare invadendo i social con proposte di continuazione di dinastie e di riforme premianti per chi di quello sfruttamento ne fa metodo di potere e di impoverimento e quindi debolezza di chi veramente lavora e produce, perché è chiaro come il sole che non è il nostro danaro che le banche ci vendono e che ogni tanto ci rubano che lavora e produce. E poi, quelli del centro destra, i campioni del liberalismo finanziario che hanno ora una marcia in più, la protezione del Vangelo e del rosario di Salvini, che si è tanto immedesimato nell’amore che nutre per il sud che non fa fatica ad identificarsi nella vecchia, santa donna pia meridionale, che va a messa la domenica ma che all’occorrenza diventa una irriducibile megera. Residuali il lavoro e gli argomenti di 5stelle, ancora non convincono. Qualcuno dice: “Che disastro, non sono stati capaci di rubare nemmeno i soldi loro” L’unica certezza credibile rimane ad oggi Nicola Zingaretti, capace di aver dato un nuovo indirizzo all’amministrazione della regione, capace di avere aperto e chiusa un alleanza con Liberi e Uguali di Grasso, che sono tutt’altro che nostalgici, che si è affacciata anche a Cerveteri e che in molti a sinistra, vedono come il catalizzatore di un progetto faticoso ma non impossibile: Riunificare davvero la sinistra rendendola più moderna e dialogante al suo interno. Ma anche lui saprà emarginare senza polemiche capi e capetti che faranno da ostacolo e da zavorra?


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