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Bimba morta: tutti assolti

Bimba morta: tutti assolti

Dopo cinque anni di processo il giudice del tribunale di Civitavecchia, Sandro Saba, ha scagionato due medici ginecologi e due ostetriche dell'ospedale di Tarquinia accusati di omicidio colposo per il decesso della piccola Viola avvenuto nel 2012 sette ore dopo il parto L’avvocato Luca Cococcia: «Finalmente  giustizia è fatta. La tragedia è stata determinata da una complicanza naturale»

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TARQUINIA – Scagionati dalla super perizia che il tribunale di Civitavecchia aveva richiesto nei mesi scorsi, sono stati assolti perché il fatto non sussiste. I due medici ginecologi e le due ostetriche dell’ospedale di Tarquinia erano accusati di omicidio colposo a seguito della morte della piccola Viola nata presso il nosocomio cittadino e morta sette ore dopo il parto. 
Completamente smontato l’impianto accusatorio che vedeva i quattro sanitari sotto processo dopo il decesso della neonata che gettò nel dolore una coppia di Vetralla, con la mamma 41enne giunta in sala parto dell’ospedale di Tarquinia dopo una gravidanza serena e all’apparenza senza alcuna criticità. 
La tragedia risale al 2012, la sera del 29 giugno: dopo il parto la mamma non sente la piccola piangere. Sette ore dopo la neonata muore. Subito la difesa esclude ogni responsabilità dei medici nell’accaduto, “un evento non imputabile cioè ad imperizia nelle procedure”.   Secondo l’accusa invece i medici sarebbero dovuti intervenire con un cesareo in tempi più rapidi, invece di estrarre la piccina con la ventosa all’ultimo momento, quando il cordone ombelicale stringeva la piccola attorno al collo. Per i consulenti della difesa però quanto accaduto era del tutto imprevedibile, e così hanno confermato i periti.   (agg. 20/03 ore 00.58) segue

IL PROCESSO. Durante i cinque anni di processo si sono succedute  varie perizie contraddittorie fatte dalle parti civili, da una parte accusatorie e dall’altra di tenore del tutto contrario. Il giudice del tribunale di Civitavecchia, Sandro Saba, pertanto ha ritenuto di dover effettuare una ctu, una consulenza tecnica d’ufficio. Così,  dopo aver ascoltato le consulenze delle parti e poi dei periti, il professor Roberto Brunelli e la sua collega Raffaella Rinaldi, il giudice ha scagionato il ginecologo di turno, Antonino Salzone, oltre ad un’altra ginecologa e due ostetriche. La perizia collegiale ha cioè sgomberato il campo da ogni dubbio ed avvalorato di fatto la ricostruzione offerta dal medico legale della difesa di Salzone, la dottoressa Annarita Morgani. I periti incaricati hanno infatti emesso un giudizio di assoluta correttezza del comportamento professionale dei medici.(agg. 20/03 ore 01.43)

IL DIFENSORE DEL GINECOLOGO. Soddisfatto il  difensore del ginecologo Salzone, l’avvocato Luca Cococcia del Foro di Roma: «Finalmente giustizia è stata fatta. Dopo ben cinque anni di udienze è emersa la totale estraneità del mio assistito per la tragica morte della piccola Viola”.  “Il decesso – spiega l’avvocato – è da addebitarsi esclusivamente ad una imprevedibile complicanza innestatasi nel corso del parto. Il  dottor Salzone si è prodigato mettendo a disposizione la sua lunghissima esperienza, oltre 35 anni, ma sfortunatamente la bimba non ce l’ha fatta per una complicanza naturale come talvolta accade”. “Noi – aggiunge il legale – abbiamo ritenuto assolutamente condivisibile l’assunto dei ctu e quindi il giudice dopo la camera di consiglio di venerdì ha emesso una sentenza assolutoria perché il fatto non sussiste e si è riservato 90 giorni per depositare le motivazioni”.

Tutto il processo era stato basato su dei tracciati cardiotopografici, dove risultavano delle degenerazioni “che peró – afferma il legale difensore del dottor Salzone – erano assolutamente benigne”. “Il problema – conclude l’avvocato –  è che nella fase finale del parto si è verificata una compressione del cordone ombelicale che non ha portato il sangue alla bimba. Un evento purtroppo imprevedibile e naturale. Non si poteva fare nulla. I medici pertanto non hanno avuto nessun comportamento o condotta colposa che avesse un nesso causale col decesso della piccola; ciò è stato causato solo ed esclusivamente da un evento imprevisto ed acuto che, come hanno spiegato i periti del tribunale, non è stato possibile gestire, perché la bambina aveva già impegnato il collo vaginale dell’utero e quindi alla fine era impossibile fare altrimenti”. (a.r.) (Agg. 20/03 ore 02.34)


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