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«Il Santo Padre mi ha ridato la forza»

«Il Santo Padre mi ha ridato la forza»

Commenta così la mamma di Marco Vannini la telefonata ricevuta il 14 marzo dal Pontefice. Marina: «Appena ho sentito la sua voce sono scoppiata a piangere. La benedizione di Papa Francesco mi ha tirato su, mi ha dato l’impulso a riprendermi dalla depressione in cui ero scivolata dopo la sconvolgente e dolorosa udienza di fine gennaio scorso»

di GIULIANA OLZAI

CERVETERI – «Io prego per lei…E lei preghi per me», è stata la consueta richiesta conclusiva che Papa Francesco rivolge anche a Marina Conte, mamma di Marco Vannini, quando mercoledì 14 marzo gli ha telefonato per esprimere la sua vicinanza e il suo sostegno.  «Un gesto eccezionale e davvero commovente – dice mamma Marina –  Appena ho sentito la sua voce sono scoppiata a piangere. Ho pianto tanto anche perché, Papa Francesco, è una persona che stimo tantissimo e piaceva molto anche a Marco. Quando è stato incoronato Papa mio figlio aveva detto: finalmente un persona vera, una persona molto semplice. La telefonata, mi ha fatto molto piacere anche perché egli rappresenta l’umanità intera».(Agg. 25/03 ore 10.30) segue

“ANGOSCIANTE NON SAPERE COSA SIA SUCCESSO A MIO FIGLIO”. Marina ripercorre quella giornata: «Mio nipote Federico quel giorno mi voleva portare all’udienza del Papa perché aveva l’invito, però io non stavo bene  e così gli ho detto: zia non se la sente vacci con mamma e papà. E così sono andati loro: Federico, la mamma Anna e il papà Roberto. Ma verso le 11,30  arriva la gradita sorpresa. Il Santo Padre mi ha chiamato e mi ha benedetto e mi ha detto che pregava per me che io dovevo pregare per lui. E poi mi ha fatto avere una coroncina dalla quale non riesco più a separarmi e che tengo sempre stretta a me».  
«Non nascondo – continua Marina – che la benedizione del Papa mi ha tirato su, mi ha dato l’impulso e la forza di riprendermi e di affrontare con più fiducia l’esistenza».  Marina ripercorre quei momenti quando dopo l’udienza di fine gennaio, dove sono stati escussi i testimoni dei Ciontoli,  lei non si è sentita più bene. «Quell’udienza mi ha fatto molto male. E’ stata sconvolgente e dolorosa. Ancora mi risuonano dentro come se fosse una grande esplosione le parole del medico dell’eliambulanza quando diceva che Marco urlava  disperatamente  e chiamava la mamma. Da lì sono caduta in depressione. Non mi andava più di uscire e sono scivolata in uno stato di trascuratezza. Pensavo a Marco che mi cercava e che la verità non l’avrei saputa mai. Per una mamma, non sapere la verità sulla morte del figlio, è una cosa veramente angosciante e che logora piano piano. Così mi sono avvicinata di più alla chiesa e pregavo tanto. Nonostante ci tenessi ad andare all’incontro col Papa non me la sono sentita. Ero molto nervosa per l’udienza del processo che ci sarebbe stata il mercoledì successivo. E’ innegabile però che quella telefonata imprevedibile e inaspettata mi abbia risollevato».  (Agg. 25/03 ore 11.30)

LA TELEFONATA DEL SANTO PADRE. Marina, con semplicità ripercorre l’uscita dal buio, da un incubo. Con la telefonata del Santo Padre un raggio di luce penetra nel suo cuore trafitto dal dolore, e dice. «Mi ha tirato su, mi sono ripresa e come se avessi iniziato a rivivere. Così mi sono risistemata e ho preso subito appuntamento con il parrucchiere. Dovevo affrontare una nuova udienza importante e dovevo essere forte e determinata e a recepire  con fiducia la requisitoria del pubblico ministero». Soddisfatti i familiari di Marina, soprattutto Roberto Carlini, marito di Anna la sorella, perché quella telefonata è riuscita a strappare un sorriso alla cognata.  
Già l’anno scorso, il 14 aprile  il Pontefice aveva scritto una lettera ai genitori di Marco in risposta ad una loro missiva nella quale gli avevano confidato la grande sofferenza e il senso di smarrimento che stavano vivendo per la prematura e tragica scomparsa del figlio.  Anche allora il Pontefice, nella sua semplicità, con poche parole si è quasi materializzato vicino a loro per confortarli, incoraggiarli e avvolgerli spiritualmente in un abbraccio tanto delicato da sembrare una carezza. La lettera era stata letta da padre Lorenzo nella chiesa Santissima Trinità il giorno  della celebrazione della Santa Messa in ricordo dei due anni dalla scomparsa di Marco. Le parole di Papa Francesco risuonarono nella chiesa stracolma lievi come un vento soffice che ha sfiorato tutti i presenti, portando conforto e riempendo quel vuoto straziante nei cuori di parenti e amici. (agg. 25/03 ore 12.34)

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