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Stracci illustra l’antica cava di monte Cavone

Stracci illustra l’antica cava di monte Cavone

Il presidente del movimento Archeoetruria alla riscoperta di un tratto di storia dimenticata L’esperto racconta un pezzo di storia dei Monti della Tolfa  di cui non è presente alcuna  documentazione

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TOLFA  L’antica Cava di Monte Cavone: grazie a Glauco Stracci presidente dell’attivissimo Movimento Archeoetruria alla riscoperta di un tratto di storia dimenticata che insiste nel meraviglioso territorio di Tolfa. Nella vallata del Riofiume (oraZPS) percorsa dalla strada provinciale Santa Severa-Tolfa è possibile scorgere Monte Cavone confinante ad est con Pozzo di Ferro a ovest con la Macchia di Santa Caterina e a nord con la catena collinare di Monte Ianni, il tutto inserito nel comune di Tolfa, sfruttando la gola del monte, che ha una lunghezza perimetrale di 1300 metri, in epoca imprecisata il suo pendio fu soggetto a coltivazione in cava, tale operazione è la causa che ha dato il nome di ‘’Cavone’’. (Agg. 18/04 ore 12.39) segue

LA SPIEGAZIONE. «La pietra estratta – spiega Glauco Stracci – fu principalmente il calcare flyschoide tolfetano, assimilabile alla Pietra Paesina toscana, con una parte di Pietraforte, riconoscibile dalle intercalazioni di argilloscisti. La tecnica impiegata per la cavatura è molto antica, non supera i primi del’ 900, infatti sono assenti tracce di mezzi meccanici, l’estrazione è avvenuta manualmente, mediante mazzuoli esubbie, con tecnica cosiddetta ‘’a gradoni’’ di diversa altezza ed inclinazione, ma complessivamente discendenti per evitare frane. Tranne qualche citazione relativa alla toponomastica una vera verifica del luogo con misurazioni e foto  non è presente in bibliografia, a mio avviso sfuggita per l’impenetrabilità del posto, visto che sulla sua vetta passa il sentiero del Biancone realizzato nel 1997. La cava è molto grande, nonostante sia in parte interrata e coperta dalla vegetazione, vi fu estratto almeno un volume di 3000 metri cubi di roccia, sufficienti per creare un muro a secco».  (agg. 18/04 ore 13)

IL CONFINE TRA TOLFA E ALLUMIERE. Stracci arriva a fare questa affermazione» perché subito a nord di Monte Cavone parte un muro a secco dello stesso materiale della cava, lungo 7 Km circa, percorrendo tutta la catena di Monte Ianni fino al Monte Tolfaccia con lo scopo di delimitare il confine tra Tolfa e Allumiere: questo fu realizzato a partire dal 1827, e mantenuto con restauri vari fino ad oggi, quando grazie alla spinta di Vincenzo Calabrini, allora appaltatore delle Lumiere, nacque il Comune di Allumiere». Secondo l’esperto dottor Stracci: «Questa è l’origine della cava di Monte Cavone vista l’estrema vicinanza e la stessa pietra impiegata, un pezzo di storia dei Monti della Tolfa che è un po’ passato in sordina anche perché non è presente documentazione di facile reperibilità che ne parli, ammesso che ci sia». (Rom. Mos.) (Agg. 18/04 ore 13.30)


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