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Tarquinia, saluto romano: la maggioranza diserta il consiglio comunale

Tarquinia, saluto romano: la maggioranza diserta il consiglio comunale

Assise saltata per mancanza del numero legale. Le opposizioni attaccano l'amministrazione Mencarini e chiedono una nuova convocazione del consiglio. Le minoranza annunciano di scrivere al prefetto per l'accaduto VIDEO

TARQUINIA – Tutto come previsto. La maggioranza del sindaco di Tarquinia Pietro Mencarini non ha preso parte al consiglio comunale convocato per stasera alle 20,30 dal presidente Arrigo Bergonzini che di fronte alla richiesta dell’opposizione si è trovato costretto a convocare l’assise sulla vicenda del saluto romano e della foto scattata nella stanza dell’ex vicesindaco Manuel Catini con il giovane Jacopo Bonini che indossa la fascia tricolore.

Niente numero legale e niente consiglio, quindi, con le opposizioni – Pd (Anselmo Ranucci e Sandro Celli), M5S (Ernesto Cesarini), Cantiere della nuova politica (Gianni Moscherini), Spazi Aperti (Alberto Riglietti) e Patto civico per Tarquinia (Renato Bacciardi ) – che hanno gridato allo scandalo.

“Sarebbero dovuti venire per affrontare la situazione a volto scoperto davanti a tutta la gente presente”, ha detto Ernesto Cesarini.

“Questa è un’amministrazione che purtroppo sta creando grande imbarazzo a questa città. – ha scandito invece il consigliere Sandro Celli – Stasera è stato certificato che questa amministrazione è ostaggio di una parte politica. Ci sono persone che sono venute che avrebbero voluto partecipare e che non hanno potuto partecipare. E questo è grave, perché se politicamente non si è liberi non si è neanche democratici. Tutta la maggioranza è ostaggio di Rinnova e del suo leader Manuel Catini”.

“Dovevamo assistere ad un atto dovuto- ha aggiunto Gianni Moscherini – Volevamo conoscere le motivazioni che hanno spinto Catini a dimettersi. Non si riesce a comprendere l’arroganza dell’ex vicesindaco che si è rifiutato di spiegare le ragioni delle sue dimissioni.  Il sindaco ha il dovere di togliere le deleghe a chi si è dimesso spontaneamente dall’incarico di vicesindaco. Perché se sono gravi le motivazioni che hanno indotto il vicesindaco a dimettersi, il sindaco deve prendere atto che le stesse motivazioni non possono permettere a Catini di continuare a fare l’assessore. Chiediamo formalmente al presidente del consiglio che per correttezza istituzionale inserisca alla prossima convocazione del consiglio comunale, come primo punto all’ordine del giorno, quello che non si è potuto discutere oggi. Chiedo poi di fare una lettera al prefetto, firmata dalla minoranza, dove gli si illustra il grave atto compiuto questa sera dalla maggioranza: un atto di arroganza nei confronti della democrazia. Questa sera è stato dato uno schiaffo al prefetto e alla legalità; hanno lasciato solo il presidente del consiglio, costretto a convocare il consiglio e loro non sono venuti”.

“In trent’anni di politica – ha tuonato Anselmo Ranucci – non è mai successa una cosa del genere: il presidente del consiglio che convoca l’assise su una cosa così importante è stato lasciato solo: ciò è di una gravità politica senza precedenti”. In merito al saluto romano Ranucci è tornato a chiedere la verità: “Quanto accaduto non deve essere derubricato come una bambinata – ha ribadito il democrat – Quello che si è verificato in quella stanza con la presenza o meno di Catini deve essere chiarito; questa città deve e vuole conoscere la verità. Il fatto grave è che questo atto è stato compiuto in una sede istituzionale. L’assenza di tutta la maggioranza stasera è come un’ammissione di colpa. La città vuole sapere se in quella stanza era presente il vicesindaco o se addirittura, come dicono alcuni,  ha scattato la foto. Ci sono delle indagini, mi fido degli inquirenti, peró dico che il fatto è gravissimo; non si gioca con le istituzioni”. Quindi la conferma della richiesta: “Noi vogliamo un consiglio comunale con un solo punto all’ordine del giorno.  – ha detto Ranucci –  Noi vogliamo sapere se ci possiamo fidare di questa amministrazione e in particolare dell’ex vicesindaco. Questo fatto deve essere sviscerato in tutta la sua gravità “

“Stasera è morta la democrazia – ha detto Bacciardi – nessuno si può più esprimere in questa città. Noi come opposizione rappresentiamo il 74% della popolazione tarquiniese e loro devono rispondere ai 3/4 della città di Tarquinia. Assurdo non presentarsi davanti alla città. Devono venire in consiglio a raccontare i fatti. Dobbiamo ridare democrazia alla città. Poi il prossimo passaggio è quello di informare il prefetto”.  “Volevo solo delucidazioni e sono amareggiato per l’atteggiamento della maggioranza”, le parole del dottor Riglietti.

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