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Una CILA per ricostruire lo stabilimento balneare

Una CILA per ricostruire lo stabilimento balneare

URBANISTICA. Questa la formula utilizzata dall’Associazione Nautica per riproporre manufatti in zona demaniale. Nella commissione urbanistica tenutasi ieri i commissari all’unanimità su proposta del consigliere Ramazzotti interessano il dirigente a vagliarne la legittimità e se, la prassi è corretta, possa essere estesa a tutti coloro che si trovano in condizioni simili   

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di TONI MORETTI

CERVETERI – Avevamo denunciato su queste colonne all’inizio di quest’anno un movimento strano durante dei canonici giorni di festa. Ci eravamo chiesti quale fosse la ragione urgente che nei giorni delle feste natalizie ha “obbligato” l’associazione Nautica,  titolare di uno stabilimento balneare a Campo di Mare, a smontare dei manufatti in legno, strutture importanti per la vita dell’attività, che dovevano essere demolite in quanto occupavano quella parte sottoposta a sequestro giudiziario da parte della società Ostilia che ne aveva rivendicato a livello giudiziario la proprietà e arrivando ad una sentenza che le ha dato ragione. Come si ricorderà ci fu una controversa e concitata ricerca di un accordo con la stessa che non fu possibile raggiungere nonostante una mediazione del sindaco che si prestò, e anche questo fu contestato e si addivenne quindi al fatto che quella struttura dovesse essere eventualmente spostate all’interno della striscia demaniale.  Ma c’è un ma. Con un PUA è vero adottato, ma non approvato, diventava difficile ottenere l’approvazione di un eventuale nuovo progetto e i permessi necessari per la realizzazione di nuovi manufatti dal comune che è responsabile delle aree demaniali, e da qui il sospetto, per il quale chiediamo tante scuse per averlo nutrito, che il rischio determinato dai tempi stretti per l’inizio della stagione, avesse in qualche modo “costretto“ i protagonisti ad usare tempi “notturni” e frettolosi per realizzare ed edificare manufatti che se fossero poi, per qualche errore o qualche svista, risultati abusivi, ci sarebbero stati poi i tempi e le procedure di legge a derimere la questione, però intanto si sarebbe salvata la stagione. Dopo quella nostra denuncia, relativa ad un sospetto di condotte ampiamento in uso e usato spregiudicatamente in passato sul nostro mare,  respinta con sdegno dall’associazione e per la qualcosa ancora ci scusiamo, tutto si fermò  ma ecco che in questi giorni, complice anche una manifestazione scolastica in un tratto di mare compreso tra quello stabilimento e l’Ocean Surf, che ha condotto lì molti studenti e molti genitori, ecco che vediamo che lo stabilimento in questione è come risorto, notando l’edificazione di alcuni manufatti in legno, all’interno dell’area demaniale. Il fatto non passa inosservato, e viene cercata traccia di eventuale documentazione  che attesti la legittimità dell’operazione presso gli uffici competenti, ma dopo lunghe ricerche e cortesi cenni di rifiuti, salta fuori una CILA, che è un documento con il quale un tecnico progettista, assumendosi la responsabilità di aver effettuato i dovuti controlli circa l’esistenza di vincoli ostativi, descrive l’intenzione della realizzazione di quanto vuole fare per la parte committente e la realizza avvertendo gli uffici competenti del comune, proprio con tale documento. 
La questione arriva alla commissione urbanistica tenutasi ieri pomeriggio, dove i commissari all’unanimità, su proposta del consigliere Ramazzotti, interessano il dirigente Marco di stefano a vagliarne la legittimità e a vedere se comunque se anche in questa forma c’era bisogno di qualche autorizzazione e ciò nello spirito che se questa prassi fosse corretta possa essere estesa a tutti coloro che si trovano in condizioni simili, e a Campo di Mare, ce ne sono altri.


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