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Traffico on line di armi illegali: indagato anche un viterbese

Traffico on line di armi illegali: indagato anche un viterbese

Un residente in un comune della Provincia di Viterbo tra i 78 indagati nella maxi operazione della Polizia “Lethal Weapon”

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VITERBO – Un traffico illegale di armi micidiali acquistate online dalla Polonia. Armi ad aria compressa con potenza superiore a 7,5 joule, considerate quindi vere e proprie armi da fuoco. Anche un viterbese, residente in un comune della provincia, è finito  tra i 78 indagati nella maxi operazione Lethal Weapon della Polizia, coinvolti a vario titolo, per acquisto per corrispondenza, detenzione illegale e omessa denuncia di armi da sparo comuni e clandestine.

L’operazione ha visto impegnate, nelle prime ore dello scorso 13 giugno, 48 squadre mobili coordinate del Servizio centrale operativo che hanno eseguito 78 perquisizioni su ordine della Procura di Enna nei confronti di soggetti residenti in varie città italiane, tra cui Viterbo. I controlli hanno consentito alla polizia di iscrivere nel registro degli indagati 78 persone e di sequestrare 92 armi da fuoco, clandestine e illegali.

I fatti hanno origine nel settembre del 2016 quando gli uomini della squadra mobile e della sezione polizia postale e delle telecomunicazione di Enna scoprono un residente dell’Ennese acquistare diversi prodotti online attraverso carte di credito clonate. Gli investigatori danno il via ai controlli per intercettare la merce oggetto di truffa che viene individuata nel comune di Centirupe sorprendendo un uomo, P.V., intento a ritirare la merce. Da una successiva perquisizione presso la sua abitazione gli agenti scoprono, tra i prodotti da lui custoditi di provenienza illecita e acquistati online, tra i quali anche un fucile ad aria compressa di fabbricazione turca, munizioni e un cannocchiale di precisione provenienti dalla Polonia. Armi clandestine e illegali. P.V. finisce quindi in manette.

La squadra mobile continua le indagini per risalire alle modalità attraverso le quali quelle armi siano riuscite ad entrare in Italia dalla Polonia.

La procura di Enna ha richiesto per la prima volta un European Investigation Order (Eio) nei confronti delle autorità giudiziarie polacche per individuare gli acquirenti italiani che per corrispondenza online avevano comprato le armi illegali. L’autorità della Polonia ha fornito così 81 fatture grazie alle quali i poliziotti sono risaliti all’identità di tutti gli acquirenti italiani, anche del viterbese.


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