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Castello, polemiche  sul ‘‘caro prezzo’’ 

L’articolo di Affaritaliani.it ha scatenato le reazioni sul territorio Nel quotidiano on line: «Lo Stato quando vuole riesce a fare business mescolando cultura, eventi e ristorazione»

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SANTA MARINELLA – Non ha fatto una buona pubblicità, l’articolo pubblicato dal quotidiano telematico Affaritaliani.t al castello di Santa Severa, che il giornale online definisce un ‘‘castello a caro prezzo’’. Per Affaritaliani.it infatti la gestione regionale del maniero, assegnata ad una società di scopo, la LazioCrea che ha aperto le porte del bene storico ad eventi, cerimonie, mostre culturali e concerti. «Tutto questo succede a Santa Severa – scrive il quotidiano – in un bene demaniale gestito direttamente dallo Stato, nel caso specifico dalla Regione Lazio. Il castello più bello del Mediterraneo è dunque un esempio di come lo Stato, quando vuole, riesce a fare business mescolando cultura, eventi, ristorazione e quello che si ostinano a chiamare “ostello” e che invece è una location esclusiva, elegante nella sua ricercata essenzialità e a costi abbordabili. L’ostello potrebbe competere con location suggestive delle blasonate Toscana e Umbria ma a Santa Severa ha un unicum, le imposte delle stanze da letto hanno due affacci a picco sul mare blu o nel cortile del castello, dove di notte riprendono vita nella fantasia degli ospiti, dame e cavalieri. Per chi fosse ancora scettico sulle capacità dello Stato-imprenditore ecco qualche numero del castello macchina da guerra, in due mesi ha collezionato 6mila visitatori grazie a un programma da far invidia alla Versilia, il mare è stato protagonista del più grande evento italiano dedicato al surf che, nel suo ventennale, ha registrato 20mila presenze”. Fin qui, Affaritaliani.it esterna una certa linea positiva, anche se poi porta l’affondo a pagina due che titola: quando la sinistra fa business con i soldi pubblici. «Ma cosa si nasconde dietro il “castello dei miracoli”? – si domanda il quotidiano – c’è la fissazione del centrosinistra romano poco incline alle privatizzazioni e molto lanciata nel business della cultura con fondi pubblici. Dietro il Castello di Santa Severa, c’è il “genio pubblico di Albino Ruberti” manager un po’ figlio d’arte, chiamato dal 2005 nella holding della cultura romana Zetema e a fine mandato recuperato da Zingaretti come capo di Gabinetto della Regione. A LazioCrea firma la rinascita del Castello spendendo due soldi per risistemare il finto ostello, vero resort, e decide che tutto quel ben di Dio che si affaccia sul mare della tranquilla Santa Severa può e deve diventare una perla del Lazio prima e poi del Mediterraneo. Solo che ogni perla ha un suo prezzo e così il gestore, in pochi mesi, lancia una serie di gare per i servizi che vanno dalla reception compresi i servizi museali e gli eventi straordinari, sino alla manutenzione degli impianti e alle pulizie, che valgono cinque milioni di euro per quattro anni e cinque mesi». (Gi.Ba.)


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