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Ladispoli, corsi di romeno alla Melone: è ancora polemica

Ladispoli, corsi di romeno alla Melone: è ancora polemica

Botta e risposta tra il rappresentante di Casapound a Ladispoli, l'avvocato Rossetti e il dirigente scolastico Riccardo Agresti

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LADISPOLI – “La cultura va bene tutta, è chiaro, ma siamo italiani, siamo la più risalente cultura sul globo ad ogni livello, ed i nostri giovani ignorano quasi interamente questa cultura, forse è nostra responsabilità profondere ogni sforzo per insegnare per bene la Nostra cultura!”. Così il responsabile di Casapound Italia Ladispoli, Francesco Rossetti ribatte alla decisione del dirigente scolastico Riccardo Agresti di avviare, anche quest’anno, i corsi di romeno alla Corrado Melone. Decisione che aveva scaldato non poco la polemica sui social, nei giorni scorsi, con diversi utenti che avevano puntato il dito contro “l’obbligatorietà” del corso chiedendo invece maggiori ore di inglese o francese. (agg. 13/09 ore 8.41) segue

L’ATTACCO AL DIRIGENTE SCOLASTICO. “Tralascio l’accusa di ignoranza che Agresti ha mosso verso tutti i genitori che non sono d’accordo con questa scelta – ha scritto Rossetti, e anche quella che addita il ragazzo italiano che ‘non lascerà mai il suo appartamento’ …. e la tralascio perché non intendo scendere dal piano della pacifica riflessione: tuttavia ritengo che chi usa tali concetti-chiavistello abbia ben poco da dire e soprattutto ben poca democrazia da insegnare. Quanto infine alle critiche che ha ricevuto, e che continuerà a ricevere, esse sono quelle dei genitori dei bambini che gli sono affidati e sono sacrosante, anzi me ne farei senza tema portavoce personalmente, perché quelle critiche derivano dalla decisione di obbligare i loro figli a studiare una lingua di nessuna utilità internazionale, di una popolazione crescente sul nostro territorio, che non sempre pare entusiasta di particolari integrazioni e che tiene alle proprie origini più di quanto molti italiani tengano alle proprie purtroppo, una popolazione che dovrebbe impegnarsi lei a studiare la nostra lingua, non il contrario. E dirò di più, anche se i corsi non fossero obbligatori, non sarebbero lo stesso opportuni, perché è una “distrazione” (in senso ovviamente atecnico) di fondi pubblici, pagati da quegli stessi genitori che criticano e giustamente si ribellano: se ne faccia una ragione, Preside Agresti, lei dirige una scuola pubblica, Pubblica(!), non una associazione ideologica o di categoria, non spettano a lei direzioni di politica sociale e di pseudo-integrazione. E poi guardi non se ne faccia un cruccio, grazie alle scellerate politiche contemporanee, i nostri ragazzi, a Ladispoli, il romeno lo sentono tutto il giorno per strada, lasci che almeno a scuola studino l’italiano!”. L’avvocato Rossetti ha inoltre puntato i riflettori sulla “povertà” della scuola; “Chi ha modo di confrontarsi con i nostri ragazzi si rende conto del dramma al quale ci stiamo purtroppo abituando: parliamoci chiaro, molti di loro non distano troppo dall’analfabetismo, e non per colpa loro. Dell’insegnamento ad esempio della storia non parliamo proprio, interi buchi nei programmi, superficialità nell’analisi, che sfocia nella più totale confusione, non solo delle epoche storiche, ma di intere ere geologiche! Parlando di Giustiniano con un ragazzo della scuola superiore mi disse di sapere che era uno storico dell’800, fate vobis! Poi se vogliamo vedere come parlano e scrivono in italiano viene da mettersi le mani nei capelli (chi può, ovviamente): ci pensiamo che in esami di abilitazione professionale, di persone che hanno finito un intero ciclo di studi quindi, ci sono spesso bocciature per errori sintattici, ortografici e grammaticali? Ci pensiamo che, quando i nostri ragazzi scrivono, abbreviano parole intere con solo consonanti? Neanche fossero giovani babilonesi? Sono arrivati ragazzi dalle medie al primo liceo classico che alla domanda “volgi in forma passiva la frase ‘Io mangio la mela’ ” hanno risposto “la mela mangia me, e parlo proprio di Ladispoli, nello specifico”. (agg. 13/09 ore 9.20)

LA REPLICA DI AGRESTI. E ancora una volta a replicare alle “contestazioni” è il dirigente scolastico della Corrado Melone. “Purtroppo dal suo scritto appare evidente che lei o non ha letto per nulla ilt esto o non ne è riuscito a comprendere assolutamente nulla di ciò che vi è scritto (ovviamente per mia sola colpa: in effetti sono un fisico e non un letterato e spero perdonerà la mia incapacità ad esprimermi comprensibilmente). La invito, con amore, a leggere o rileggere il mio testo. Se lo farà, cercando di comprendere il senso delle mie frasi contorte e sgrammaticate, si accorgerà, ad esempio, che lo Stato Italiano non sborsa nemmeno un centesimo per questo progetto. Farà anche tante altre piacevoli scoperte che La indurranno a plaudire all’iniziativa. Cosa che è avvenuta per una decina di iniziali haters i quali, invitati a leggere interamente l’articolo, hanno compreso, si sono ricreduti e si sono anche complimentati con noi. Solo chi non ha letto nulla, e lo ha anche ammesso, è rimasto della propria opinione iniziale simile alla Sua. Concordo ovviamente sulla Sua osservazione relativa alla povertà della Scuola (in tutti i sensi) – prosegue Agresti – non è un caso se si diffonde sempre più una spocchia arrogante contro la scienza e la cultura (che con piacere vedo dispiace anche a Lei, che infatti è persona intelligente), ma è male informato sulla “Melone” che (La prego di venire a verificare) è una eccezione sul territorio (non certo per mio merito, ma per la bravura e la passione dei docenti e del personale che vi lavora). La “Melone” è una eccellenza sia per la preparazione che offre ai suoi studenti (grazie ai docenti), sia per le strutture (grazie al Sindaco). Nel primo caso ho le testimonianze dei docenti delle Scuole secondarie di secondo grado i quali notano e si congratulano ogni anno per la differenza esistente fra i “meloncini” e gli altri studenti (che evidentemente Lei ha interrogato). Oltretutto politici locali di tutti i partiti, di destra e di sinistra, preferiscono, per iscrivere i propri figli, proprio la “Melone” … e tutti ne parlano bene, ovviamente eccetto coloro i quali hanno visto “bocciato” il proprio pargolo, ma entrambi ne possiamo ben comprendere il motivo. Nel secondo caso non posso e non voglio fare un torto al nostro Sindaco che, al di là del diverso pensiero politico, stimo e non posso né voglio dirne falsità accusandolo di cose non vere, per cui confermo senza tema di smentita che le strutture scolastiche della “Melone” non sono per nulla fatiscenti, anzi, rispetto ad altre Scuole che ho dirette, è da considerarsi a 5 stelle! Carissimo avvocato, per favore, legga il mio articolo fino in fondo. Ovviamente non sono un ingenuo e so che poiché Lei ha un ruolo nel Suo partito, so che non potrà mai ammettere che io abbia ragione. La invito però a venire a Scuola per andare insieme al bar dove Le offrirò volentieri una colazione e, senza orecchie indiscrete, potrà dirmi ciò che veramente pensa della nostra iniziativa”. (Agg. 13/09 ore 10)


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