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Incendio Bertini: nessun danno ambientale per Arpa

Incendio Bertini: nessun danno ambientale per Arpa

Sono stati consegnati i risultati dei campionamenti di aria e suolo effettuati tra il 31 luglio ed il 5 agosto in zona industriale: nessuno sforamento dei limiti. Intanto vanno avanti le indagini ed arrivano i primi licenziamenti a causa del blocco dell'attività dovuto al sequestro dell'area  

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CIVITAVECCHIA – Nessun problema ambientale. Nessuno sforamento dei limiti. Nessun valore anomalo registrato. Secondo Arpa Lazio l’incendio che ha interessato il 31 luglio scorso il centro demolizioni Bertini in zona industriale non ha avuto conseguenze negative sull’ambiente. La conferma arriva dai risultati dei campionamenti di aria e suolo effettuati nella zona tra il 31 luglio ed il 5 agosto scorso.  

Arpa, così come richiesto dal Comune a seguito dell’incendio che aveva visto svilupparsi una densa colonna di fumo nero visibile per diverse ore in tutta la città, ha comunicato i risultati delle analisi relative alla concentrazione di Diossine, Furani, PoliCloroBifenili e Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) nei filtri del campionatore mobile installato in zona industriale ed anche quelli relativi alla concentrazione di Diossine, Furani e IPA in tre campioni di suolo prelevati nell’area di potenziale ricaduta delle polveri collegate all’incendio.

“Secondo i risultati delle analisi  – hanno spiegato da Palazzo del Pincio – per nessuno degli inquinanti rilevati, in aria o nel suolo, si sono registrati valori anomali o in eccesso rispetto ai riferimenti normativi disponibili o alle indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità”. È possibile consultare la comunicazione di Arpa nella sezione Informazioni Ambientali del sito istituzionale del Comune di Civitavecchia.

Già a pochi giorni dall’incendio Arpa aveva rassicurato la popolazione a seguito delle risultanze delle analisi dei dati degli inquinanti rilevati nelle stazioni della rete regionale di monitoraggio localizzate in prossimità dell’incendio (stazione Fiumaretta) e ubicata nel quadrante interessato dalla direzione prevalente dei venti nella fascia orario 9-13 (stazione Aurelia). Anche in questo caso, infatti, non si erano registrati superamenti dei limiti, così come l’analisi dei dati di concentrazione oraria non aveva evidenziato sforamenti.

Intanto vanno avanti le indagini. La Polizia sta attendendo le risultanze di alcuni accertamenti tecnici e ad oggi non esclude alcuna pista. Né quella dell’origine dolosa dell’incendio, sulla quale si erano concentrate le indagini nei primi giorni, ma né tantomeno quella di una causa accidentale, dovuta ad un’autocombustione per i diversi materiali accumulati ed il caldo di quei giorni. Nel frattempo però l’area rimane ancora sotto sequestro, con i cancelli che si aprono soltanto al mattino per consentire alla società di procedere con la bonifica dei luoghi, così come accordato dalla magistratura. Ma la chiusura forzata di queste settimana sta già avendo ripercussioni negative sull’azienda, costretta in questi giorni ad inviare le prime lettere di licenziamento a tre operai. Una decisione sofferta anche per i vertici della società che, finora, hanno garantito lo stipendio a tutti pur senza introiti. Ma, come avevano detto più volte anche gli stessi operai in queste settimane, una situazione del genere non poteva essere protratta a lungo. La speranza è che, a breve, possa essere dissequestrato il cantiere per poter almeno riprendere l’attività, in attesa degli esiti dell’inchiesta avviata dalla magistratura.


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