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Viadotto, ecco chi pagherà

Viadotto, ecco chi pagherà

Fiumicino. Tre milioni di euro solo per la viabilità alternativa. Poi il progetto del ponte. Lavori affidati direttamente ‘‘in somma urgenza’’ alla Techproject srlLa stabilità della struttura esistente garantita 18 mesi con l’attuale situazione

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di ANGELO PERFETTI

FIUMICINO – Che la situazione sia drammaticamente critica lo sappiamo dal fatto che il viadotto su via dell’Aeroporto è percorribile sono a una carreggiata, che a breve sarà chiuso, demolito e ricostruito (leggi qui l’articolo). Ma come si è arrivati a questo punto? Quanto costeranno i lavori? E chi li farà?
Tutte domande importanti per l’opinione pubblica, oggetto oggi di un’inchiesta del Faro on line, i cui risultati presentiamo in questo articolo.
In premessa, va ricordata un’altra inchiesta giornalistica sullo stato del viadotto corredata di fotografie (leggi qui l’inchiesta), che proprio Il Faro on line fece a fine 2016,; inchiesta che – è scritto nella relazione tecnica dell’Astral – diede vita ai controlli che poi oggi hanno portato a ciò che sappiamo. “Le attività (sul viadotto dell’aeroporto, ndr) sono state avviate a partire dal 2017 a seguito di segnalazioni di pericolo, e di controlli effettuati da Astral sul viadotto”.
Dunque l’allarme era scattato. Ma perché si è arrivati solo oggi alla decisione di abbattere e ricostruire il ponte? In questo, purtroppo, c’entra la devastante burocrazia italiana. (agg. 27/10 ore 8.32) segue

LA STORIA DEL VIADOTTO. “L’avvio effettivo delle attività – è scritto sempre nei documenti condivisi da Astral, Comune di Fiumicino, Regione Lazio, Capitaneria di Porto, Adr, Consorzio di Bonifica, Vigili del fuoco, Città metropolitana, Prefettura di Roma – ha subito un notevole rallentamento a causa di un propedeutico e complesso iter autorizzativo, legato da un alto all’ottenimento delle autorizzazioni da parte della Direzione Parco Archeologico di Ostia Antica per i sondaggi geologici, e dall’altro lato per l’ottenimento delle autorizzazioni all’occupazione temporanea delle aree di accesso al viadotto stesso”.
Ma la storia del viadotto parte da molto lontano. Cerchiamo di ripercorrerla brevemente.
La sua realizzazione risale agli Anni ’50. Negli Anni ’90 Anas mise le mani in maniera strutturale su una parte del viadotto (dal km 0-800 al km 1+500), che infatti risulta essere in uno stato accettabile. La parte vecchia, invece, non ha pressoché mai subito alcuna seria manutenzione. Il risultato è un “ammaloramento, diffuse aree caratterizzate da distacco di inerti e con armature scoperte con elevato grado di ossidazione”.
Insomma, dagli Anni ’50 ad oggi, una parte di quel viadotto che collega con l’aeroporto e dove milioni di auto e camion sono passati (e passano tutt’ora) non aveva subito alcun controllo. C’è voluta un’inchiesta del Faro on line, seguita da due distinte interrogazioni regionali di Santori e Agostini (leggi qui l’articolo), per smuovere le acque…
“L’esito delle attività – è scritto nella relazione – descrivevano una situazione di pericolo dell’infrastruttura, sia in ordine alle caratteristiche meccaniche dei materiali, sia in ordine alle modalità realizzative dell’opera”.
L’impalcato è “irrimediabilmente compromesso” e si dovrà demolire e ricostruire. “L’impalcato – si legge sempre nella relazione – è ormai soggetto a fenomeni di corrosione sempre più accelerata, dato che sta venendo completamente meno il ruolo di protezione attiva e passiva del calcestruzzo, ormai in molte parti scoppiato e comunque profondamente carbonatato”.
Con le accortezze messe in atto (divieto di transito ai mezzi pesanti, strada percorribile ad una sola carreggiata), e in mancanza di ulteriori controlli e monitoraggi, si stima che “l’opera possa essere considerata sicura per un periodo di 18 mesi (uno ne è già passato, ndr).
Ad oggi, la quantificazione dell’importo delle lavorazioni e progettazioni da effettuare è in fase di definizione, ma sulla base del documento preliminare, “è presumibile stimare – afferma la relazione tecnica – un costo di 3 milioni di euro per la prima fare (esecuzione della viabilità alternativa)”. Poi dovrà essere calcolato il costo della demolizione e della ricostruzione. (agg. 27/10 ore 9)

I LAVORI. La somma necessaria per l’esecuzione dell’intervento sarà oggetto di specifica deliberazione di Giunta Regionale, come da intese intercorse nella riunione del 1 ottobre 2018 tra i soggetti interessati.
Va precisato che, stante la situazione del viadotto, si è deciso di procedere con la cosiddetta “somma urgenza”, che prevede l’affidamento diretto dei lavori per permettere di non restare impantanati per anni in complicate gare d’appalto e successivi possibili ricorsi.
Astral ha individuato quale soggetto attuatore delle attività necessarie al superamento della fase emergenziale, consistenti nella realizzazione della viabilità complementare, nella demolizione e nella successiva realizzazione del nuovo viadotto, la Techproject srl, con sede in via Prenestina 380.
Techproject è una società di ingegneria fondata nel 2002 per la progettazione di strutture civili, industriali e infrastrutturali sia in ambito pubblico che su committenza privata.
Dopo un quinquennio focalizzato sullo sviluppo delle costruzioni in Italia, nel 2008 ha iniziato il suo processo di internazionalizzazione acquisendo commesse in paesi nord africani al fianco di importanti imprese italiane e straniere, ottenendo ottimi risultati economici e professionali.
La Techproject fornisce ai propri clienti un servizio globale relativo alle opere di ingegneria civile, dalle indagini preliminari per lo studio di fattibilità dell’opera alla progettazione interdisciplinare nei livelli previsti dalla normativa vigente fino alla fase di direzione dei lavori ed al collaudo degli stessi. I nostri punti di forza sono la massima cura del rispetto dei tempi e delle previsione di budget. Tale approccio multidisciplinare è maturato negli anni grazie ad una vasta attività di progettazione svolta nell’ambito della realizzazione di opere pubbliche, sia mediante gare di appalto e di concessioni svolte con le primarie imprese di costruzioni italiane e straniere, sia nella forma più articolata della finanza di progetto.
Con uno staff di oltre 50 professionisti negli uffici di Roma e Milano, Techproject è tra le principali aziende private italiane operanti nel settore dell’ingegneria civile e delle infrastrutture.
Le aree di competenza riguardano: infrastrutture stradali, autostradali e ferroviarie; edilizia sanitaria, residenziale, alberghiera e commerciale; edilizia sportiva; riqualificazione urbana; impianti di condotte e distribuzione acque; reti di trasmissione e sistemi di telecomunicazione: impianti fotovoltaici ed eolici.
E’ impossibile dare dei tempi certi. Ma presumibilmente ci vorranno almeno due anni a partire da oggi, con stime ottimistiche, per vedere il viadotto costruito, collaudato e funzionale.(agg. 27/10 ore 10)


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