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Ordinanza rifiuti: protestano i ristoratori

Ordinanza rifiuti: protestano i ristoratori

Gli operatori contro il divieto di tenere i mastelli in spazi esterni alle attività. Per essere in regola dovrebbero chiedere e pagare l’occupazione di suolo pubblico    

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di TONI MORETTI

CERVETERI – Levata di scudi di alcuni operatori della ristorazione, soprattutto del centro storico, messi a loro dire in concreto imbarazzo dall’ordinanza numero 83  laddove dice che nel quadro della riorganizzazione della raccolta dei rifiuti porta a porta, è vietato alle utenze domestiche e non domestiche, quindi anche  alle attività economiche,  di posizionare i mastelli per la raccolta dei rifiuti indifferenziata, in spazi  pubblici esterni  alle attività.  Si chiedono sbalorditi: ”se non ho un cortile interno, come faccio a mantenere la “monnezza nel ristorante?” Qualcuno abbonda e dice: “Son proprio usciti di testa”. Si riferiscono all’amministrazione in blocco. E qualcun altro azzarda: “Seguirò l’ordinanza quando la Asl mi autorizzerà per iscritto a tenere i rifiuti nel ristorante”.
Pur ritenendo in linea di principio giuste le disposizioni contenute nell’ordinanza in oggetto, c’è da dire che per quanto riguarda il senso pratico, per le attività che trasformano cibo e che sono deputate all’accoglienza delle persone per favorirne il consumo, la questione qualche imbarazzo lo crea. Ancor di più lo crea in quei locali del centro storico, ricavati in palazzi caratteristici costruiti in tempi  quando impensabile era prevedere e progettare in un contesto di una attività di ristorazione spazi idonei dove custodire all’interno, dei rifiuti, e separati dal contesto dell’attività.   
Nella maggioranza dei casi ci troviamo di fronte a locali adattati, a piani terra dove spesso si fanno acrobazie per recuperare un coperto in più in caso di emergenza. Qualcuno ipotizza che un’amministrazione tutta orientata a fare regalie ingiustificate  a destra e a manca, intenda fare cassa, costringendo i negozianti a chiedere il permesso di affittare il suolo pubblico dove poter mettere i contenitori per la raccolta dei suoi rifiuti dei quali sarà responsabile  sia per la custodia, e per la tenuta a regola d’arte degli stessi  compreso il loro lavaggio. Ora però, se questo si può fare si dovrebbe poter fare anche per chi, vivendo in un appartamento senza cortile e senza balconi, che non sopporta il lezzo de rifiuti che è costretto magari a conservare in cucina, fa domanda di occupare il suolo pubblico nel marciapiede sotto casa come se dovesse mettere un ombrellone, paga il corrispettivo e vi deposita i suoi mastelli. Viene da chiedersi allora: Ma il depositario di tanto buon senso, chi è?


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