«Abbandonati dal Comune»
di TONI MORETTI
CERVETERI – Alla luce degli ultimi avvenimenti, ci si
interroga con grande preoccupazione cosa succede nella gestione e nei metodi applicati dai servizi sociali circa la gestione dei casi più eclatanti. Ci si chiede quali siano i principi, oltre a quella che sembra ormai una litania: “non abbiamo soldi” quando da indiscrezioni di uffici colabrodo, dove non tutti fortunatamente sono d’accordo con certe decisioni prese e filtrano notizie passate attraverso porte chiuse male che vanificano la blindatura o i muri creati su avvenimenti o su specifiche persone magari ritenute disobbedienti o scortesi nei confronti di chi il potere lo dispensa come favore e non lo accetta magari ricorrendo ai giornali per accendere un faro per difendere i propri diritti.(agg. 24/11 ore 9.21) segue
LA STORIA. Ci si preoccupa ancora di più quando un certo agire, genera il sospetto che avvenga un lavorio gestito come un potere sovrapposto magari che agisce in dispregio del sindaco stesso che si è esposto prendendo degli impegni e che viene poi smentito nei fatti contando sulla non conoscenza delle procedure della gente. Facemmo emergere, qualche tempo fa, il caso di una famiglia bisognosa composta fa cinque figli minori due figli adulti ancora in attesa di occupazione che vivono nello stesso nucleo familiare, il padre disoccupato e invalido, che si regge soltanto sul reddito che produce la madre con un contratto part-time di poco più di cinquecento euro al mese. Il caso è emerso in quanto questa famiglia ha avuto una ingiunzione di sfratto per morosità dalla casa dove abitavano e non riusciva a trovare nessun riscontro dai servizi sociali ai quali si erano comunque rivolti. La disperazione del capo famiglia, che non riusciva a capire quella sorte di “tiraelastico” che aveva avvolto la sua famiglia, lo indusse a rivolgersi ai giornali e proprio le nostre colonne raccolsero il suo accorato appello. Una ridda di chiacchiere e di ipotesi che abbiamo voluto lasciare tali. I social si scatenarono e qualcuno delle istituzioni azzardò anche l’esigenza di una “cura” al capofamiglia per arrivare alla consapevolezza di una paternità consapevole. Si stava già lavorando intorno ai minori per toglierli a quella famiglia di “incoscienti” e si vociferò anche che qualcuno dai servizi sociali abbia detto anche: «Vi diamo i soldi dei biglietti e tornatevene in Romania». Intervenne allora la Chiesa Ortodossa, descrivendola come una famiglia normale, con cinque dei sette figli nati in Italia, i minori, completamenti inseriti e con un ottimo profitto scolastico. (agg. 24/11 ore 10)
L’INTERVENTO DEL SINDACO PASCUCCI. A suo tempo, il sindaco Pascucci concesse la cittadinanza onoraria della città all’ultima nata, intervenì personalmente assicurando che se avessero trovato un altro luogo dove abitare, il Comune li avrebbe sostenuti contribuendo alle spese dell’affitto. Subito lo sfratto, giusto perché indipendentemente dalle proprie origini quando uno riesce a farsi “La Robba” deve trarne profitto, accolti nella propria casa da un’anima caritatevole per impedire che potessero crearsi i presupposti di separazione dei minori, trovata in mezzo a tante difficoltà una soluzione abitativa nuova, alla richiesta del sostegno dei servizi sociali si sentono rispondere: «Spiacente non abbiamo soldi». E’ così che qualcuno ha agito con condotte quantomeno “stravaganti”, stando a quanto molti ipotizzano, fa fare una pessima figura al sindaco che “non lascia indietro nessuno” costringendo una famiglia con cinque minori nati in Italia, forse ad interrompere un sogno, nonostante siano completamente integrati. (agg. 24/11 ore 10.30)