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''Trasversale, il tracciato verde è il più impattante''

''Trasversale, il tracciato verde è il più impattante''

Italia nostra Lazio a poche ore dal la sentenza del Tar ricorda i due pareri contrari del ministero dell’Ambiente. L’associazione: «La valle del Mignone è contraddistina da molti vincoli riconosciuti». I PARLAMENTARI DEL TERRITORIO: OPERA INDISPENSABILE ED URGENTE

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TARQUINIA – «‘‘Il progetto Anas è impattante e non mitigabile’’, a dirlo non sono le associazioni ambientaliste nazionali, né tanto meno i comitati, ma il Ministero dell’Ambiente, con ben due pareri, che insieme hanno determinato la bocciatura della Via, richiesta da Anas». A poche ore dall’attesa sentenza del Tar, l’associazione nazionale per la tutela del patrimonio storico, artistico e naturale della nazione, Italia nostra Lazio, torna ad elencare le criticità legate al ‘’tracciato verde’’ per il completamento della trasversale Orte-Civitavecchia,  tratto Monte RomanoCivitavecchia. Il tracciato verde voluto da Anas taglierebbe in due la valle del Mignone a Tarquinia. 
«La valle del Mignone è una delle aree più incontaminate e ricche di bellezza d’Italia,  – affermano da Italia Nostra – contraddistinta dalla molteplicità degli ecosistemi e dalla rilevanza dei vincoli riconosciuti all’area più ampia di zps  “Comprensorio Tolfetano-Cerite-Manziate” inserita nella rete “Natura 2000”, creata nel 1992 dall’Unione Europea per tutelare e conservare siti di interesse comunitario (SIC) e zone di protezione speciale (ZPS), identificati come prioritari dagli Stati membri dell’U.E. per la ricchezza e unicità degli habitat e delle specie, animali e vegetali. Parliamo della SS 675 Orte – Civitavecchia, del tracciato verde a cura di Anas Spa, per il tratto finale Monteromano – Tarquinia – Civitavecchia, che rischia di distruggere la valle per sempre». «E’ agli atti – prosegue Italia nostra – che la Commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale (CTVIA) ha provveduto a trasmettere il proprio parere n. 2453 del 7 luglio 2017 con cui ha affermato come «non sia possibile elaborare eventuali prescrizioni e misure di mitigazione, come richiesto dalla Presidenza del Consiglio, per la variante progettuale costituita dal tracciato cosiddetto ‘verde’ […] in quanto gli impatti ambientali che si configurano dall’analisi della documentazione fornita dal proponente sono tali da non poter essere mitigati o compensati. Il Governo, tuttavia ha deciso, d’imperio con delibera del Consiglio dei Ministri (seduta n. 60) del 1° Dicembre 2017 di completare l’opera, comunque, con il “tracciato verde” nonostante “l’intervento modificherà in modo sostanziale, permanente ed irreversibile il paesaggio dell’area distruggendo la naturalità” (dal parere n. 2289 della CTVIA)». 
«Il tracciato verde – commentano dall’associazione – è risultato più economico, soltanto perché non è stato inserito il danno ambientale tra i costi, né tantomeno il costo del progetto esecutivo, comprensivo di tutte le criticità ambientali. Ancora una volta – conclude Italia Nostra-Sezione Etruria – a pagare sarà il bene comune e la natura, per realizzare un’opera inutile, quanto dannosa, non rispondente delle reali esigenze del territorio, considerando che la SS 675 non prevede neanche un’uscita a Tarquinia, il tutto per realizzare una seconda ferita al territorio con uno svincolo ad 1 km circa da quello realizzato dalla Sat, con l’uscita per Monteromano».


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