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''Trasversale, sul tracciato verde non ci sono margini di miglioramento''

''Trasversale, sul tracciato verde non ci sono margini di miglioramento''

Lo ribadiscono i comitati del territorio all’indomani dell’incontro in Prefettura. «Falso che sia stata prodotta una sintesi o peggio una soluzione» «Ci si ostina a non voler prendere in considerazione veramente tutte le alternative possibili»

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TARQUINIA – All’incontro che si è svolto giovedì presso la sede della Prefettura di Viterbo in merito allo stato di attuazione della trasversale SS675 Orte-Civitavecchia, i  comitati che rappresentano il territorio di Tarquinia, per la prima volta, hanno avuto la possibilità di esporre le ragioni che li hanno portati a rivolgersi alle vie legali (Tar) contro la decisione di localizzare l’ultimo tratto dell’opera nella Valle del Mignone. «Ancora una volta però – affermano il Comitato per il diritto alla mobilità di Tarquinia, la Sezione Etruria – Italia Nostra o.n.l.u.s e il  Comitato per la Difesa della Valle del Mignone – l’opportunità di un tavolo di lavoro per il bene del territorio si è trasformata in un’opportunità di propaganda politica, salvando solo le buone intenzioni del deputato del M5s Gabriele Lorenzoni nell’averci invitato all’incontro in prefettura. Infatti nelle dichiarazioni di alcuni deputati presenti si legge che l’incontro è stato utile solo per «approfondire con Anas le proposte di migliorabilità del progetto sulla base delle diverse esigenze prospettate”. Ribadiamo, invece, come sul cosiddetto “tracciato verde” non ci siano margini di miglioramento. Lo dice il Ministero dell’Ambiente con 2 pareri negativi, lo dice Ispra, lo dice la direttiva europea Habitat. Mentre questi fantomatici “margini di miglioramento” per queste non meglio definite “esigenze prospettate” sono stati presentati da Anas alla delegazione presente – senza un valido contraddittorio, i rappresentanti del territorio restavano in una sala d’attesa, troppo scomodi per partecipare a tutte le fasi dell’incontro». (agg. 21/12 ore 21.28) segue

“NON PRESE IN CONSIDERAZIONE ALTRE ALTERNATIVE”. «Perché viene affermato che il tracciato verde è ancora l’unico tracciato possibile? – domandano i comitati –  Perché, dopo 40 anni di tentativi e alternative che si sono rivelate non percorribili per vari motivi, ci si ostina a non voler prendere in considerazione tutte, veramente tutte le alternative? Ragionando in questo senso abbiamo sottoposto alla Commissione l’ipotesi esposta dal Consiglio superiore dei lavori pubblici nel parere allegato alla Conferenza dei servizi, un organo super partes che non ha propriamente una “vocazione” ambientalista, che dichiara: “I risultati [dello studio di traffico] che se ne sono tratti mostrano livelli di traffico medio-bassi in relazione al tipo di strada prescelto [B – extraurbana principale] […], sebbene con una significativa presenza di traffico pesante (21% sul corridoio e 23 % sulla tratta). Tale ultima condizione […] ha comunque suggerito di mantenere una tipologia stradale appartenente al livello “B – Strada extraurbana principale”. In merito tuttavia, pur considerando la sostanziale appropriatezza delle sopra richiamate valutazioni, l’Assemblea rileva che, nella fase progettuale sviluppata – anche in considerazione della numerosità delle alternative poste a confronto – non è stata considerata anche la possibilità di servire il collegamento con un’infrastruttura stradale di livello subordinato, ossia per mezzo di una strada di tipo “C – extraurbana secondaria». In tale ipotesi, per poter risolvere o mitigare le criticità indotte dalla compresenza di traffico pesante e leggero (specialmente in corrispondenza di livellette aventi elevata pendenza longitudinale), si sarebbe potuto far ricorso, in alcuni tratti, all’adozione delle previste corsie supplementari per veicoli lenti (cfr. paragrafo 4.2 delle norme allegate al D.M. 5.11.2001)». (Agg. 21/12 ore 22)

COMITATI ESTROMESSI DALL’INCONTRO. «La nostra richiesta che fossero almeno valutate tutte le alternative possibili, – proseguono i comitati – per il bene del territorio in cui viviamo, in politichese si è trasformato in “le associazioni ambientaliste ed i comitati intervenuti (..) sono assolutamente irremovibili e contrari all’ultimazione del tratto finale a quattro corsie». Ci siamo presentati all’incontro fiduciosi di poter ricominciare a discutere, questa volta anche con l’ascolto dei territori interessati dal completamento, scegliendo di non imporre dall’alto nessun tracciato e portando avanti un confronto costruttivo, rispettoso e libero da ogni tipo di preconcetto e da ogni forma di mera propaganda politica.  Infatti, la notizia che l’incontro abbia prodotto una sintesi o peggio una soluzione è assolutamente falsa, poiché lo svincolo che manca al tracciato verde non c’entra nulla con l’innesto della SS 675 alla Tirrenica all’altezza di Montericcio. I deputati che non conoscono il territorio forse ci sono cascati, i cittadini no. Come dimostrato dalle carte del ricorso, Anas spa ha scelto il tracciato verde privo di svincoli per Tarquinia che cercherà di camuffare con una inutile strada complanare che si collegherà all’attuale innesto con la Tirrenica, alias svincolo di Monteromano sulla SS1bis.  Ecco perché Anas Spa non ha voluto che all’incontro con i deputati ci fossero anche i comitati e le associazioni. Ai lettori le conclusioni».
«Questa approssimazione mostrata nel corso dell’incontro – affermano i comitati – fa il paio con il recente ed anomalo intervento sui mezzi di informazione della signora Lorella Maneschi sul tema della compatibilità del tracciato verde, la cui ficcante e ragionata analisi inizia all’insegna del “da qualche parte bisogna passare” (sic…). Essa affronta in modo piuttosto confuso ed evidentemente disinformato il tema dell’impatto ambientale che il tracciato verde avrà sulla Valle del Mignone (Sito di Importanza Comunitaria, Zona a Protezione Speciale ed inserita nella rete europea di tutela “Natura 2000”) con una approssimativa quanto inspiegabile affermazione: “Le altre ipotesi sono tutte molto più impattanti” e “Il tracciato verde è il male minore”. Ebbene, separando ancora una volta le opinioni dai fatti ribadiamo come i danni ambientali del tracciato verde progettato da Anas siano stati giudicati “immitigabili” e che “non è possibile elaborare eventuali prescrizioni e misure di mitigazione”; non lo dicono le associazioni ambientaliste nazionali, nè tanto meno i comitati, ma il Ministero dell’Ambiente,  con il parere n. 2453 del 7 luglio 2017 della CTVIA (composta da quasi 50 esperti) e con il parere n. 2289 in cui afferma che “l’intervento modificherà in modo sostanziale, permanente ed irreversibile il paesaggio dell’area distruggendo la naturalità”; queste e molte altre criticità hanno determinato dal massimo organismo nazionale deputato alle analisi di compatibilità ambientale, la bocciatura della Via richiesta da Anas per il tracciato verde». «Chiarisca quindi la Maneschi  – concludono i comitati – se questa posizione non documentata né documentabile è stata presa come delegata del FAI o semplicemente come consulente al servizio professionale di Anas con la quale – secondo il suo curriculum – vanta una lunga serie di consulenze proprio sul progetto della Trasversale. Ci dica se queste affermazioni sono fatte nel suo ruolo di delegata Fai, il cui statuto, le ricordiamo, recita all’articolo 2 come il suo scopo esclusivo sia quello della “…difesa dell’ambiente e del patrimonio artistico e monumentale italiano”, oppure come consulente Anas per una grande e costosa opera che devasterà ambiente e territorio e che, le ricordiamo, non prevedrà neanche uno svincolo per Tarquinia isolandone ancora di più le bellezze ed il godimento del suo splendido patrimonio artistico ed archeologico». (agg. 21/12 ore 23)
 


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