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''Mai ascoltato prima urla come quelle''

''Mai ascoltato prima urla come quelle''

OMICIDIO VANNINI. L'ex vicino di casa della famiglia Ciontoli, Tommaso Liuzzi, torna a raccontare quanto ascoltato quella tragica notte. L'intervista realizzata da Quarto Grado. Intanto martedì, nuova udienza di secondo grado per la morte del giovane Marco. A parlare saranno i legali della famiglia Ciontoli

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LADISPOLI – “Urla come quelle non le avevo mai ascoltate prima”. A parlare, ripercorrendo la drammatica notte della morte del giovane Marco Vannini, è Tommaso Liuzzi, ex vicino della famiglia Ciontoli. Lui e tutta la sua famiglia, testimoniarono durante l’udienza di primo grado, nel processo per la morte del giovane. E oggi, torna a rivivere quei drammatici momenti. Lo fa, intervistato da Anna Boiardi, di Quarto Grado. 
“Ad un certo punto un forte boato mi ha svegliato” – ha raccontato Liuzzi – “Ho capito che proveniva dall’appartamento accanto. Ho iniziato a sentire delle urla molto forti e ho capito che qualcuno si era fatto male”. 
E di urla così, l’ex vicino di casa dei Ciontoli, non ne aveva mai sentite prima. Proprio come raccontato da lui stesso nell’intervista. “Quello che mi ha colpito di più è che Marco dicesse a Martina con una voca così preoccupata ‘Scusa Marti’. La nostra deduzione, quindi, è stata, che avesse fatto qualche stupidaggine”. 
Sarà proprio la moglie di Tommaso Liuzzi, infermiera di professione, ad uscire di casa, anche su invito del marito, per accertarsi che tutto sia apposto e per verificare se qualcuno avesse bisogno di lei. E come ripercorso anche durante la prima udienza del processo di secondo grado, a rassicurare la vicina di casa, ci pensò Viola Giorgini. “Le hanno detto che l’ambulanza stava arrivando”. 
Liuzzi si sofferma anche sulla visita a casa sua da parte di Maria Pezzillo, moglie di Antonio Ciontoli. “Non veniva a casa mia da parecchi anni”, ha sottolineato. Una visita che Liuzzi ha comunque voluto registrare di nascosto. Una visita nella quale Pezzillo chiede ai suoi vicini di casa che cosa avessero sentito. E all’affermazione di Liuzzi di aver sentito Marco chiedere scusa a Martina, Pezzillo corregge: “No, Massi … Massi” (il datore di lavoro di Marco). “Ma scusa di cosa? – ha chiesto e si chiede l’ex vicino di casa dei Ciontoli – A questa domanda Maria Pezzillo si irritò moltissimo”. 
Ed anche per questa famiglia, vissuta porta a porta con i Ciontoli, la vita, da quella tragica notte è cambiata. In particolar modo per la figlia. “Ha chiuso con la musica – ha raccontato Tommaso – e questa vicenda le ha aperto la strada della giurisprudenza”. Poi un pensiero ai genitori di Marco: “Forse non potranno mai trovare la pace, ma almeno avere quel senso di giustizia che gli dia una motivazione”. 
Intanto si svolgerà martedì 29 gennaio la prossima udienza del processo di secondo grado per la morte del giovane Marco Vannini. La parola passerà ai legali della famiglia Ciontoli che esporranno i motivi del loro ricorso alla sentenza di primo grado che ha visto condannare a 14 anni per omicidio volontario Antonio Ciontoli, a 3 anni i figli Federico e Martina e la moglie Maria Pezzillo, per omicidio colposo, mentre Viola Giorgini è stata assolta. 
Non è escluso che durante la prossima udienza la corte possa emettere anche la sentenza di secondo grado. 


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