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Giuseppe Diana: ''Negli ultimi anni la fisicità è ancora più importante''

Giuseppe Diana: ''Negli ultimi anni la fisicità è ancora più importante''

RUGBY. Torna l’appuntamento settimanale con la rubrica ‘‘A tu x tu con il Crc’’. Il preparatore atletico della serie B e dell’U18: «Si parte sempre dal lavoro a corpo libero»

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Nuova appuntamento con “A tu x tu con il Crc”, rubrica che ogni settimana ci racconta un profilo diverso legato all’universo biancorosso. 
Questa settimana fari puntati sul preparatore atletico della serie B e dell’under 18 Giuseppe Diana. 
Ex giocatore del Frascati, ex preparatore atletico di Rugby Roma, Rugby Rovigo, ex preparatore in Nuova Zelanda per Northern, United Rugby e Hurricanes.
Come si è avvicinato al rugby e cosa l’ha spinta a fare questo sport?
«Già da piccolo, quando avevo 7/8 anni, con il Frascati. Da lì è iniziato il mio percorso da giocatore e professionale».
C’è differenza tra fare il preparatore atletico di un rugbista e gli altri sport?  
«Di certo il fattore legato al contatto fisico è importante, soprattutto negli ultimi anni. Maggiormente differente fra il rugby e gli altri sport».
Lei è preparatore atletico di Under 18 e serie B del Crc, quindi lavora con dei giocatori adulti e formati fisicamente. I ragazzi iniziano la palestra non prima dei 14-15 anni, cosa consiglia a chi dovrà iniziare questo percorso? 
«Sicuramente la cosa importante è lavorare a corpo libero, per tutti i movimenti funzionali che devono essere sviluppati in età molto giovane. E poi partire con dei carichi, per esempio sacche con la sabbia, carichi naturali e poi soltanto dopo con quelli di palestra, la pesistica vera e propria».
Gli adolescenti, i bambini e i ragazzi del Crc invece che preparazione debbono avere? Ci sono specificità?
«Il discorso dell’attività motoria è fondamentale, quando i ragazzi iniziano a conoscere il proprio corpo anche con movimenti molto semplici, ad esempio il balzo da terra, arrampicarsi e spingere, sono movimenti funzionali che devono iniziare ad imparare bene da subito».
Il rugby a volte viene considerato uno sport violento. Secondo la sua esperienza è davvero così?
«No, non è così. Il rugby è uno sport di contatto, dove c’è un contesto di lotta, nell’uno contro uno e in generale, ma non è assolutamente violento».
Dopo un lungo periodo di infortuni, fatti i debiti scongiuri, come sono messi i giocatori della serie B?
«Adesso abbiamo recuperato un po’ tutti i giocatori, saranno pronti dalla prossima partita, fra due settimane».
Capitolo futuro serie B. Dove può arrivare il Crc?
«Nelle ultime giornate è andata bene, ma anche dall’inizio del campionato. Ad oggi non abbiamo mai perso, poi ci sono stati risultati che di recente ci hanno aiutato. Sono molto contento del lavoro perché dal periodo di prova di inizio campionato ora stanno arrivando risultati molto positivi, sul gioco e sull’intensità fisica. C’è la possibilità di toglierci delle belle soddisfazioni e questi ragazzi se lo meriterebbero. L’impegno si vede la domenica dopo il lavoro intenso della settimana. Nella parte finale di gara, rispetto agli altri, noi usciamo sempre fisicamente molto positivi».


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