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''Pasti per la promozione turistica a  soli 15 euro. Ma di cosa parliamo?''

''Pasti per la promozione turistica a  soli 15 euro. Ma di cosa parliamo?''

INCHIESTA MASTARNA FONDAZIONE VULUCI. Carmelo Messina, presidente uscente, è furente: «Certe cose non rientrano nella mia etica»

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MONTALTO – Furente. Perché dice “Io ho ragione e lo posso ribadire in qualunque confronto pubblico”. Il presidente uscente della Fondazione Vulci, Carmelo Messina, è un fiume in piena perché ha la “radicata convinzione di essersi sempre comportato non bene, ma benissimo”. Ribadisce, senza ombra di dubbio, la propria correttezza. Lui, che all’età di 72 anni ci è arrivato senza una ‘’macchia’’, pur avendo ricoperto ruoli di primo piano, non accetta di essere raggiunto da un avviso di garanzia per “una cosa che grida vendetta”, per  presunti reati che, ribadisce, “non ho assolutamente commesso”. “Sono uno dei benefattori di Fondazione – dice Messina – perché ho fatto delle donazioni mie private, della mia famiglia, a Fondazione Vulci. L’ultima volta ho versato cinquemila euro, mio figlio mille euro e ci siamo anche accollati tutto l’onere per la realizzazione del villaggio di Natale. Una cosa che ha consentito a Fondazione di portare a casa 5mila presenze in più come Parco. E’ stato fatto tutto a mie pure spese, perché l’accordo che avevo con fondazione era se vengono i visitatori paghiamo con essi, tutto ciò che non rientra nel novero dell’attivo invece lo pagavo io come persona fisica, come Carmelo Messina. Non solo, la metà dei pranzi di comunicazione interna li ho pagato io di tasca mia a tutto il personale. Questa è mia abitudine. Ho avuto un incidente con la macchina che doveva essere pagato dalla società ed io l’ho pagato per 1300 euro. Questo spiega lo spirito che mi anima. Reputo giusto fare come faccio io. Quindi, sentirmi dire che abbiamo sottratto soldi per un uso improprio  dei fondi aziendali mi fa venire un giramento; non rientra nella mia etica».
“La Fondazione vive con 650mila euro che ci dà il Comune di Montalto di Castro – spiega Messina – Questo non serve a coprire neanche il costo del personale. Noi arriviamo ad un milione e duecento euro all’anno. Il Comune pertanto ci mette il 55%, quindi il resto lo dobbiamo trovare noi . Nozze con i fichi secchi rappresenta un’immagine di opulenza rispetto ai mezzi che abbiamo usato noi per promuovere il parco.   Nel triennio di mia presidenza c’è stato un incremento di turisti del 30%»
Dei 36mila euro contestati dalla Procura e già prelevati dal conto corrente a Messina, è il diretto interessato a spiegarne la suddivisione nei due anni e otto mesi, periodo al quale risale la contestazione della Finanza: “Quindicimila euro sono di pranzi in tre anni contestati, 5mila euro l’anno – dice Messina – Si tratta di pasti che al 95% sono stati  realizzati a Vulci, nei due ristoranti del parco. Si tratta di pranzi istituzionali di personaggi che venivano a fare servizi o altro. E non certo di pranzi a base di champagne ma di pasti a 15-18 euro. Questi pranzi non sono estranei all’attività aziendale. Anzi, sono attività pertinenti e strumentali, all’attività del parco perché io rispetto al milione e due di fatturato medio annuo nel triennio ho usato l’1% per pagare le spese generali. Ma non mie, ma di tutti quanti. Delle 24 persone che gravitano all’interno di fondazione». Messina parla anche del funerale che gli viene contestato e non si pente affatto di averlo pagato (6mila euro) alla famiglia indigente di un dipendente di Fondazione deceduto all’età di 53 anni. “Ora scopro che è peculato. – tuona – Ma io sono lieto di avere dato sul piano umano aiuto alla famiglia. Se questo tutto questo serviva a distruggere qualcuno – commenta Messina –  hanno sbagliato. Dico a costoro che io a 72 anni e con 9 stent non ho alcuna intenzione di cimentarmi in avventure elettorali. Gli accusatori contestano queste piccolezze. Chi mi conosce sa che sono io sempre a mettere le mani in tasca e sono rispettato per questo. Quindi io non accetto lezioni da nessuno e ribadisco che in Fondazione Vulci non è successo niente». 
«Per tanti anni ho retto le relazioni esterne all’Eni e alle società dell’Eni, sono stato condirettore e direttore centrale di Ferrovie dello stato, in Rai ero il braccio destro del direttore generale Saccà,  ho un’esperienza e una rispettabilità che non è da persone che si sono sempre mosse in ambito locale”.  Ci sono poi 5mila euro dati ai vincitori di gare podistiche, ciclistiche, equestri e cinofile che si sono svolte nel parco per tre anni. “Per decine di vincitori  – spiega Messina – che hanno portato qualche migliaio di visitatori al parco  che hanno pagato 9 euro ciascuno”.   “Il giudizio negativo su tutto questo è privo di significato – conclude – Questa costruzione non regge. Noi abbiamo semplicemente fatto una campagna di promozione turistica. Siamo pronti a rispondere su qualunque cosa e attendo pubbliche scuse e ringraziamenti”.


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