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COMMENTO AL VANGELO. Dio ha un debole per i deboli

COMMENTO AL VANGELO. Dio ha un debole per i deboli

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di DON IVAN LETO

Nel Vangelo di Luca troviamo le beatitudini in una forma un po’ diversa da quella del Vangelo di Matteo al capitolo quinto. Anche qui in Luca come anche in Matteo (come pure negli altri evangelisti) è chiaro come Gesù vuole rivoluzionare il nostro modo di percepire la vita, gli altri e noi stessi. Come si fa infatti a dire “beati i poveri, gli affamati e chi piange”? Come si fa a dire “beati quando vi insulteranno e vi cacceranno a causa del suo nome”? La logica umana ci fa dire che è beato chi ha tutti i beni a disposizione. A rafforzare questa sensazione di smarrimento sono le altre parole di Gesù quando in modo speculare pronuncia i suoi “guai!”: guai a chi è ricco, sazio, a colui che ride e gode di consenso. Sono parole che provocano e che vogliono toglierci dalla tranquillità della nostra logica umana, quella che regola da sempre il mondo, e che forse proprio per questo non lo fa andare bene. Il “guai” pronunciato da Gesù non è un annuncio di punizione, ma un avvertimento. Gesù ci avverte che se poniamo la nostra vita nelle ricchezze e nella felicità egoistica, corriamo il rischio di trovarci alla fine vuoti e senza futuro. Dio ha un debole per i deboli, perché proprio in quella loro debolezza ha manifestato la sua potenza di amore. Dio scrive la sua storia con i deboli, i poveri, i rifiutati, perché Gesù stesso è diventato così. Si è fatto debole, povero e rifiutato per annunciare dalla croce l’inizio del suo Regno di vita e resurrezione.

Don Ivan Leto
 
* Parroco di San Gordiano Martire in Civitavecchia 
Diocesi Civitavecchia-Tarquinia

 


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