A Sala Ruspoli la mostra ‘’Il rosso e il nero’’ di Alberto Parres
CERVETERI – Domenica 3 marzo, alle ore 12 sarà aperta al pubblico fino al 17 la mostra di Alberto Parres ‘Il rosso e il nero. Follia, gioie e dolori di Eliogabalo l’anarchico incoronato di Antonin Artaud’. L’esposizione, patrocinata dall’Assessorato alla Promozione e allo Sviluppo Sostenibile del Territorio di Cerveteri, curata da Romina Guidelli e Raffaele Soligo e allestita presso le prestigiose sale espositive di Palazzo Ruspoli, presenterà al pubblico una numerosa selezione delle opere dell’artista divise tra dipinti, anche di grandi dimensioni, carte e installazioni. Le installazioni, che accompagnano le grandi tavole dipinte, sono concepite da Alberto Parres come prolungamento dell’opera pittorica, per questo motivo l’artista non le definisce sculture ma ‘parti’ dei suoi quadri e sempre le dispone in prossimità di questi affinché l’accostamento generi il senso di tensione e magnetismo desiderato. La pittura è l’unicum di cui le installazioni sono la tridimensionale interpretazione di arti e viscere, ideale estensione del corpo bidimensionale del quadro che attraverso di esse acquisisce uno spazio fisico all’interno dell’ambiente-mostra. La tecnica pittorica di Alberto Parres evolve negli anni da un astrattismo di natura informale a un astrattismo lirico più rigoroso, ma sempre denso di materia pittorica. Il rosso il nero, colori protagonisti di questa nuova ricerca, non nascono da una stratificazione delle cromie ma ‘accadono’ purissimi sulla tela, contaminati da gesti su lisce superfici monocrome interrotte da esplosioni di materia, lievi segni, lisce evanescenze, parziali incontri di un colore con l’altro (che escludono il fenomeno dell’amalgamazione), fino al raggiungimento dell’equilibrio formale stabilito dall’artista. L’equilibrio delle forze avverse e complementari, generato dal continuo e costante accostamento di vigorosi rossi a totalizzanti neri, rivela l’intenzione primaria di Parres: considerare l’opera come contenitore di energia, inestinguibile e in continua rigenerazione, da dominare. L’opera è la fonte inesauribile da cui l’artista attinge, con la quale si confronta e attraverso il segno e gesto pittorico crea chiavi d’accesso sopra e dentro di essa: aperture controllate di vasi da cui fuoriesce linfa vitale.