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Di grande spessore  l’intervento di Paola Pelagatti

STAS. L’esperta in valorizzazione del patrimonio culturale ha aperto l’assemblea dei soci

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TARQUINIA – Di grande spessore l’intervento di Paola Pelagatti in apertura dell’Assemblea Generale dei Soci della Stas. Classe 1927, la studiosa bolognese stupisce tutti con la sagacia, la forza intellettuale nonché il rigore che hanno sempre contraddistinto il suo iter ministeriale prima e accademico poi. Nel presentarLa , il Presidente Alessandra Sileoni, sua studentessa ai tempi della docenza all’Università della Tuscia,  non nasconde la difficoltà nel riassumere in breve una carriera che inizia da giovanissima, costellata di tanti riconoscimenti per il suo lavoro di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, come la cittadinanza onoraria di Ragusa e di Giardini Naxos e premi prestigiosi quali il Michael Ventris Memorial Award; centinaia di pubblicazioni tra monografie e articoli su riviste specializzate; continuo il suo lavoro di ricerca scientifica come Socio dell’Accademia dei Lincei, Socio Corrispondente dell’Istituto Archeologico Germanico e della Pontificia Accademia Romana di Archeologia, e come Membro onorario della British School at Rome e dell’Istituto di Studi etruschi. Con commozione, la Pelagatti apre il suo discorso, ripercorrendo il periodo in cui ricoprì la carica di Soprintendente per l’Etruria meridionale e l’esperienza tarquiniese. La sua presentazione del Bollettino della Stas con gli Atti della Giornata di Studi su Giuseppe Cultrera, procede analizzando i singoli contributi e lo sforzo professionale degli autori, ricostruendo l’attività sul posto di alcuni di loro come Maria Bonghi Jovino (dagli anni ‘80 del secolo scorso impegnata negli scavi alla Civita) e Giuseppina Spadea. Quest’ultima, Direttrice del Museo Archeologico di Tarquinia e Ispettore di zona nello stesso periodo, presente all’assise, è intervenuta ricordando il lavoro fatto da Cultrera sul posto, soprattutto a Palazzo Vitelleschi, dove gli scavi di David Whitehouse hanno fatto luce sulle fasi medievali del palazzo, quindi insiste sulla necessità di valorizzare il centro storico della cittadina.   Molto positiva la valutazione della pubblicazione curata dalla Sileoni, che si inserisce in quel filone di studi oggi rivalutato, che ripercorre la storia dell’archeologia italiana della prima metà del ‘900, attraverso i ritratti biografici di coloro i quali ne furono protagonisti. 


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