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Darsena traghetti, la Corte d'Appello conferma il proscioglimento

Darsena traghetti, la Corte d'Appello conferma il proscioglimento

Nuova conferma dopo la decisione del gup del tribunale di Civitavecchia del 2017. L'inchiesta avviata nel 2014 

CIVITAVECCHIA – La Corte d’Appello ha confermato il proscioglimento per i quindici indagati nell’ambito dell’inchiesta sui lavori relativi alla realizzazione della darsena traghetti e servizi. Dopo il non luogo a procedere perché il fatto non sussiste, deciso due anni fa dal gup del tribunale di Civitavecchia Massimo Marasca è arrivata infatti una nuova conferma per chi, in questi cinque anni, è stato coinvolto nell’inchiesta giudiziaria che il 3 giugno del 2014 culminò nel blitz dei carabinieri del Noe nella zona nord del porto.

I carabinieri, su mandato dell’allora sostituto procuratore Lorenzo Del Giudice, sequestrarono l’area del cantiere delle opere strategiche aggiudicate a seguito di gara d’appalto all’Associazione temporanea d’imprese composta da Itinera spa, Impresa Pietro Cidonio, Grandi lavori Fincosit e Coopsette Società cooperativa per l’importo di oltre 130 milioni di euro. A finire iscritti nel registro degli indagati furono imprenditori ed operai come Pietro Lo Monaco, Simone e Andrea De Amicis, Francesco Grassi, Silvano Giannoni e Mauro Bellucci, l’ingegner Alessandro Guerra della Rogedil, Franco Portoghesi e i rappresentanti della società, Edgardo e Guido Azzopardi.  E ancora i vertici di allora dell’Authority, a partire dal presidente Pasqualino Monti e dal segretario Maurizio Ievolella, insieme ai dirigenti Massimo Soriani e Giuseppe Solinas, il funzionario Ferruccio Bonaccioli e la consulente Maria Letizia Nisita.

Nessun reato, la pietra utilizzata andava bene, nessuna condotta irregolare. Eppure la maxi inchiesta sul porto, nonostante i due proscioglimenti, oltre al terremoto iniziale, di conseguenze ne ha avute. Anche solo in termini di rallentamento dei lavori. Tanto che, nei commenti alla sentenza, c’è sì la soddisfazione, ma anche l’amarezza per questi cinque anni difficili.

«Ci lasciamo alle spalle – ha commentato l’avvocato Andrea Miroli, che assisteva gran parte degli indagati per Molo Vespucci e Rogedil – una vicenda impattante nella vita di tutti i protagonisti. I magistrati hanno ben compreso l’insussistenza dei fatti contestati, come abbiamo da sempre sostenuto». «Confidavamo in questa decisione – ha aggiunto il collega Daniele Barbieri, legale di De Amicis –  soprattutto alla luce delle motivazioni della prima sentenza del tribunale di Civitavecchia. Eravamo fiduciosi». «Riteniamo che il risultato ottenuto, ampiamente nelle nostre aspettative  – ha spiegato l’avvocato Pier Salvatore Maruiccio, legale di Lo Monaco – vada oltre la soddisfazione personale e professionale. La sentenza ha confermato la bontà del tessuto imprenditoriale della città e di tutti coloro che, a vario titolo, hanno operato ed operano investendo capitali e forze lavoro per un futuro che ci attendiamo sempre migliore nella speranza che questo possa essere il migliore messaggio per le prossime elezioni». 

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