Congresso Pd, straordinario ma in sordina
di TONI MORETTI
CERVETERI – La mia memoria, non ricorda un congresso del Partito Democratico preparato tanto in sordina, come fosse una cosa marginale e poco interessante. Sembra lo vogliano fare di notte a a luci spente. Eppure così non è. Le vicende ultime del partito avvenute sia a livello nazionale ma anche a livello locale, pretendono che questo partito dia dei segnali forti. Forti nel cambiamento, forti nella capacità di dimostrare di saper riannodare matasse nuove che potranno vedere la luce solo se si sbroglieranno le vecchie, così ingarbugliate e così complesse che ad ogni nodo si corre il rischio di rompere il filo, e se il filo si rompe, sono guai seri. La partita, a Cerveteri, si giocherà su tre livelli di interesse che esprimono proprio ciò di cui il partito ha bisogno. Il primo livello riguarda un cambio generazionale ai vertici che lasci presupporre uno svecchiamento ed un coraggio mai dimostrato di proporre persone nuove che dimostrino di avere la capacità, sembra esagerato dirlo, intellettiva di poter recepire prima e tradurre e mettere in atto dopo linee politiche magari coraggiose e fuori dalle righe, senza vizi di condizionamenti interessati propri di classi dirigenti vecchie e conservatrici che saranno comunque sempre presenti. A Cerveteri ci sono e si vedono certi profili? Decisamente no, per cui è ,un livello che non sarà preso in considerazione. Il secondo livello sarà quello che farà affidamento sull’intelligenza e l’arte della mediazione politica che in una situazione come quella di Cerveteri, che, con la diplomazia e il compromesso sappia distinguere l’interesse reale del partito interpretato come comunità che è quello di avanzare col “nuovo” utilizzando il “vecchio” come risorsa e fonte di ispirazione ed insegnamento per evolversi verso le esigenze dei nuovi tempi. Ci sono queste condizioni a Cerveteri? Bisogna credere che ci siano e sperarci superando la tentazione di buttare tutto alla spazzatura. Facendo una disamina profonda si può arrivare a stabilire che un cambio generazionale c’è stato dal momento che chi è stato parlamentare di riferimento per l’area ultimamente ed oggi è consigliere regionale, sono due giovani, Marietta Tidei ed Emiliano Minnucci, forti di una esperienza ereditata ma che si sono comunque caratterizzati con una certa originalità ed indipendenza, dimostrando in più occasioni di essere all’altezza di saper leggere ed interpretare il loro tempo. Saranno loro ad orientare lo zoccolo duro degli iscritti che comunque saranno protagonisti del congresso che si terrà, verso una soluzione unitaria patteggiata, discussa e ragionata a tal punto da sotterrare per un lungo periodo l’ascia di guerra, intrisa soprattutto di odi personali e iniziare una stagione di normalizzazione con sforzi rivolti più verso la gente che verso i propri interessi? Pensiamo di si perché i due sono amati e stimati ma anche perché non esistono alternative. Il terzo livello ha il suo fondamento su una variabile che si chiama Giuseppe Zito, il vice sindaco. Zito è idealmente nel Pd da molto tempo anche se ancora oggi, il circolo di Cerveteri gli ha sempre respinto la tessera tanto che ha dovuto farla a Ladispoli. L’odio politico nei suoi confronti ha origine perché considerato la quinta colonna di Alessio Pascucci, il sindaco, per la sua ipotizzata ma alquanto fantasiosa scalata al partito. Zito qualche amico lo ha, anche con la tessera del partito, che potrà partecipare al congresso e contribuire a fare una certa differenza, ma sentiamo cosa dice: «Io, non essendo coinvolto direttamente, quello che auspico e per il quale sto lavorando, è arrivare ad un accordo per la gestione unitaria del congresso che guardi a quello che è lo scenario nazionale e a quello che le divisioni hanno prodotto nella sinistra. Sto lavorando in punta di piedi anche se non avrei diritto a farlo, ma perché tengo alla ricostruzione del centro sinistra. Soltanto con una gestione unitaria, a mio avviso, si possono gettare le basi per ripartire». Alla domanda su cosa pensa che cosa farà Falconi in consiglio comunale dopo il congresso, se cioè continuerà a rimanere all’opposizione, Zito risponde: «Farà parte di un processo che il partito democratico dovrà maturare e comunque dovrà essere inserito nel documento politico dei segretari che si candideranno alla segreteria. Dovrebbe essere naturale che il Pd si ritrovi nel contesto di centro sinistra». Soluzione mediata e unitaria quindi sembra la più probabile e ci sarebbe anche un papabile adatto per l’occasione ma non facciamo il nome per non bruciarlo.